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14 March 2018
Sono 44 le aziende che dal 14 al 16 marzo presentano le collezioni P/E 2019 all’interno della vetrina del Milano Unica Pavilion, che si conferma un efficace agevolatore del processo di sviluppo delle aziende tessili italiane sul mercato cinese: un’iniziativa di successo che si è assestata, in un mercato vasto e frammentato, grazie alla collaborazione organizzativa di Agenzia ICE e al supporto del Ministero dello Sviluppo Economico.
Dichiara il Presidente di Milano Unica Ercole Botto Poala:
“La Cina, assieme a Hong Kong
è ormai stabilmente il primo mercato di sbocco per i nostri tessuti e da sola registra una crescita superiore al 12% nel 2017: negli 11 mesi del 2017, l’export di quasi tutti i comparti verso la Cina è cresciuto a doppia cifra"
I numeri e l’alta qualità dei clienti
registrati all’ultima edizione di marzo a Shanghai più la crescita del 19,6% dei buyer cinesi presenti a Milano Unica Milano lo scorso febbraio, testimoniano l’interesse crescente, di questo Paese per l’alta qualità”.
“Dopo una fase di
rallentamento i consumatori cinesi tornano a guardare con rinnovato
interesse ai prodotti di fascia alta e lusso. La crescita dello scorso
anno è stata infatti superiore al 20%, sostenuta principalmente dai
consumatori piu’ giovani (cd. Millennials) che rappresentano oltre il
30% della domanda del mercato, dispongono di un crescente potere di
acquisto, sono informati sulle tendenze moda e puntano sempre più sulla
personalizzazione” afferma
Massimiliano Tremiterra, responsabile ICE Shanghai.
Fortemente orientati alla tecnologia, inoltre, i compratori cinesi stanno compiendo un’imponente virata verso l’high tech costringendo l’intero business ad adeguarsi sempre più velocemente alla domanda.
L’high tech è stato oggetto di interesse a Milano Unica di febbraio, così come la sostenibilità. Ma come si pone il mercato cinese rispetto al tema “Save the Planet”, lanciato dalla manifestazione milanese con le sue Tendenze P/E 2019? Da numerosi report internazionali si evince che la posizione su questo fronte, in Cina, non è altrettanto netta quanto quella tecnologica, ma di sicuro i mutamenti in atto sono importanti: i brand del lusso, come anche quelli tessili italiani, s’inseriscono infatti con le loro proposte di sostenibilità in uno scenario di crescente consapevolezza dell’opinione pubblica cinese, ben sintetizzato dall’obbiettivo dei cieli puliti entro 3 anni del leader Xi Jinping.
“L’export tessile in Cina è sia diretto – grazie alla crescente consapevolezza delle case di moda locali e dei consumatori evoluti – che indiretto - tramite il consumo di capi d’abbigliamento italiani ed esteri prodotti con tessuto italiano. Con l’impegno del tessile-moda verso la concretezza delle azioni orientate a ‘Salvare il Pianeta’, potremo portare cultura sostenibile anche in questo Paese e sostenere in maniera sempre più decisa un altro valore aggiunto oltre a quelli – numerosi – già offerti dalla nostra industria” prosegue Ercole Botto Poala.
“Un’altra novità strategica, volta a servire al meglio il mercato del dragone, è quella scaturita a seguito delle trattative intercorse con i partner Messe Frankfurt (HK) Ltd e CCPIT e che anticiperà la manifestazione Milano Unica Shanghai all’interno di Intertextile al mese di settembre sin dalle prossime collezioni A/I. I giorni di lavoro saranno giovedì 27, venerdì 28 e sabato 29 settembre 2018 ma la sede resterà invariata” conclude Massimo Mosiello, Direttore Generale della manifestazione.
Prima dell’appuntamento di settembre a Shanghai, la prossima tappa è a Milano per la 27^ edizione di Milano Unica il 10-11-12 luglio per le collezioni A/I 2019-20.
Considerando i primi 11 mesi del 2017, Cina + Hong Kong si confermano il primo mercato di sbocco per i tessuti italiani. L’export complessivo è risultato di 352 milioni di euro, con un contributo di circa il 40% proveniente dalle lane pettinate, seguite dai tessuti di cotone, dai tessuti a maglia e dalle lane cardate. Comparti che, nel periodo considerato, risultano tutti in crescita ad eccezione dei tessuti di lino, contribuendo a sfiorare il pareggio della bilancia commerciale del settore. Un dato che però è dovuto alla quasi totale assenza di importazioni di tessuti da Hong Kong. Se si prende in considerazione la sola Cina, infatti, gli unici comparti a presentare un saldo attivo della bilancia commerciale sono quelli delle lane pettinate e, seppur a distanza, delle lane cardate. Va tuttavia sottolineato che, negli 11 mesi del 2017, l’export di quasi tutti i comparti verso la Cina è, comunque, cresciuto a doppia cifra.
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