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Retail

Consumi fashion 2024 in tenuta, gennaio 2025 a -3%

07 March 2025

In negativo i saldi invernali (-4,5%), previsioni sull'anno prudenti e ritorno ai livelli pre pandemici rimandato al 2026: questi i dati e i trend per il comparto moda che emergono dall'indagine condotta da Sita Ricerca attraverso il suo Fashion Consumer

Il quadro analizzato nell'ambito del recente webinar “Scenari e previsioni 2025-26. Consumi fashion e GenZ” evidenzia come nel 2024 l’andamento del mercato moda abbia registrato una leggerissima crescita della spesa rispetto al 2023 (+0,2%, 4 punti al di sotto del valore del mercato pre pandemico). 

Tra i fenomeni più rilevanti l'indagine - condotta via consumer panel su scenario multiprodotto, multicanale e multifascia di prezzo, ndr - sottolinea un'ulteriore crescita degli acquisti in promozione (che si attesta su un 54%), lo spostamento del traffico dei consumatori e quindi degli acquisti dai negozi di città ai factory outlet center e ai centri commerciali e, quanto alle vendite online, una quota a valore stabile (17% circa) grazie soprattutto ai brick&click.

Sul fronte dei settori merceologici si segnala la ripresa dell’abbigliamento esterno per adulti, in particolare della donna, mentre perdurano le difficoltà del mondo bambino, penalizzato dall’effetto denatalità. Piuttosto rallentati, sul macro scenario indagato, anche intimo e calze e accessori/calzature.

La preoccupazione circa gli effetti della turbolenta congiuntura politica internazionale sulla situazione economica generale orienta i consumatori verso strategie di difesa del proprio potere di acquisto.

In questo contesto il sentiment nei confronti dell’Abbigliamento segna il passo scendendo di due punti rispetto all’autunno scorso con immediate conseguenze sul mercato: -3% a gennaio 2025, un risultato su cui pesa tantissimo l’andamento negativo dei saldi (-4,2%). Quest’ultimo dato è un chiaro indicatore di una certa insofferenza nei confronti di questa storica forma di promozione, che trova un chiaro riscontro nel raddoppio della percentuale di chi sceglie di non acquistare in saldo, passata dal 7% del 2023 al 15% di quest’anno.

Molteplici le ragioni di questa disaffezione: il timore di manovre applicate "ad arte" sui prezzi, l’assortimento povero e scadente, la possibilità di usufruire di offerte in continuazione lungo tutto l'arco dell'anno, che contribuisce ad allontanare il consumatore da una percezione dei saldi sempre come "occasione unica".

A partire dalle intenzioni di spesa per la PE 2025 le previsioni per il nuovo anno sono ancora all’insegna dell’incertezza: prevale l'approccio attendista (l'attesa è, in particolare, per le nuove collezioni mare e vacanze, i saldi estivi, l’evoluzione della situazione meteo) e solo un consumatore su quattro dichiara di voler acquistare subito nei mesi di marzo/aprile.

La previsione per il 2025 si attesta al +0,9% in termini di consumi mentre l’outlook 2026 è più positivo con un mercato pronto ad avvicinarsi decisamente ai livelli antecedenti la pandemia.

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