Linea
ll convegno, che ha coinvolto imprenditori e manager accomunati dalla stessa visione di responsabilità, ha affrontato il tema della produzione sostenibile su scala industriale, nel quadro delle attese di un consumatore evoluto alla ricerca di un prodotto realizzato secondo logiche di responsabilità etica e ambientale. Tanti i dati, gli spunti e i suggerimenti proposti, con un filo conduttore: tra i fondamenti della strategia aziendale, accanto a qualità, prezzo, servizio e prodotto, oggi c’è un nuovo elemento chiave, la sostenibilità.
Comunicazione e tracciabilità
Secondo Claudio Marenzi, presidente Herno e presidente di SMI e del Consorzio Classico Italia, la chiave è in un modo nuovo di concepire il prodotto, che coinvolge la filiera da monte a valle. “Oggi nel tessile la sostenibilità è ciò su cui lavorano le aziende più lungimiranti. Se il made in agisce attraverso i processi industriali, noi brand a valle abbiamo la responsabilità di scegliere fornitori green, e di attivarci nel marketing e nella sensibilizzazione di un consumatore finale che oggi, in tempi di comunicazione bidirezionale, di engagement e di social, è molto più attento e informato”. Un impegno necessario, ha sottolineato Alfondo Saibene Canepa di Canepa: “Nell’ultimo anno i consumatori che legano le scelte d’acquisto alla sostenibilità sono saliti dal 3 al 18%. La risposta è la completa tracciabilità della filiera, come avviene nell’agroalimentare. Noi abbiamo costruito un rapporto di collaborazione con tintorie, stampatori e aziende di finissaggio del nostro territorio”. Comunicazione a 360 gradi e controllo del processo in ogni suo step: su questi punti concordano anche Gianluigi Candiani di TRC Candiani e Luca Buttarelli di Cotonificio Albini.
La sostenibilità come “valore”…
Far percepire al pubblico il valore di un prodotto sostenibile e giustificarne il costo più elevato dovuto agli investimenti tecnologici; questa la nuova sfida che la filiera deve affrontare. È la direzione in cui sta lavorando da anni Eurojersey. Forte di una produzione verticale che permette il controllo totale dei processi, l’Azienda ha attivato dal 2007 il programma SensitivEcoSystem per uno sviluppo eco-compatibile focalizzato sulla produzione sostenibile dei tessuti Sensitive Fabrics, con un investimento di 50 mln di euro: una visione aziendale guidata dalla mission di convertire un costo in un valore. “In questi anni abbiamo sviluppato molta ricerca sulla sostenibilità, per fare in modo che generasse profitto, altrimenti non si è tecnicamente sostenibili” spiega Andrea Crespi, DG Eurojersey e Delegato per la sostenibilità di SMI “Oggi non è più sufficiente che il prodotto sia ‘fatto in Italia’. Bisogna lavorare su ‘come’ lo si fa, attivando un circolo virtuoso che porti marginalità. In azienda ci mettiamo in discussione ogni giorno per migliorare i nostri parametri di sostenibilità: valori da comunicare anche al consumatore finale, per sensibilizzarlo su dinamiche che possono incidere nelle sue scelte”.
… in una logica di “trasparenza”
E, in quest’ottica, oggi, c’è una nuova leva di marketing: le fabbriche aperte del made in, dove clienti e brand possono toccare con mano come ogni singolo passaggio diventa più efficiente e ecocompatibile grazie a tecnologie anti spreco e a una logica industriale pensata sulla base del bilancio ambientale. Perché, come ha sottolineato Alberto Gregotti, presidente di Antia “La sostenibilità, oggi, è anche e soprattutto trasparenza”. Una leva su cui Eurojersey già capitalizza con successo: in occasione del convegno una visita guidata nei diversi reparti ha aperto ai partecipanti le porte dell’azienda, svelando i cardini del programma SensitivEcoSystem quale filosofia di produzione e di lavoro, ma anche di impegno etico che coinvolge tutti i dipendenti. All’interno della selezionata delegazione di stampa anche Linea Intima, unica rivista specializzata di intimo presente all’evento.
Eurojersey, i numeri della sostenibilità a oggi
130.000 kwh prodotti da proprio impianto fotovoltaico a copertura dei consumi di energia elettrica degli uffici aziendali
700.000 kwh l’anno risparmiati dal 2009 grazie a interventi per la riduzione del consumo di energia elettrica su impianti di servizio e macchinari di produzione
30 mln di litri di acqua calda recuperati e riutilizzati nel ciclo produttivo con un risparmio energetico di oltre 200 T.E.P. grazie a un sistema avanzato di purificazione dei fumi
4.000 metri di cellophane e 9.000 tubi di cartone risparmiati con il nuovo packaging dei tessuti
8.000 Kg di polietilene ricavati l’anno dal recupero degli sfridi di cellophane in fase di confezionamento e riavviati all'industria del riciclo
55.000 Kg di cimosse recuperate ogni anno e trasformate da rifiuto in nuova materia prima
-60% consumo di acqua, -30% di energiae -60% di emissione di gas effetto serra, grazie al metodo di stampa Eco-Print
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