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18 March 2020
L'ultima indagine dell'Osservatorio Fashion & Emergenza Sanitaria - realizzata su un campione di 800 casi del panel web di Sita Ricerca, rappresentativo della popolazione italiana tra il 15-16 marzo - ha evidenziato come la chiusura dei punti vendita di abbigliamento, accessori e calzature decretata a livello governativo su tutto il territorio nazionale tra il 10 e l'11 marzo, abbia innescato nei consumatori due macro comportamenti: il 43% rimanderà gli acquisti, il 50% acquisterà on line in caso di necessità (in particolare per l'intimo).
Un 4% dichiara di aver iniziato a comprare online per la prima volta in queste ultime settimane.
Gli habituée dell’online però tendono a comprare meno di prima (lo dichiara il 37%).
In questo particolare contesto, il canale online - non meno di quello offline - si trova inoltre a dover affrontare dinamiche strutturali specifiche legate all'eccezionalità della congiuntura, con problematiche evidenti sul fronte piattaforme di smistamento e consegne.
In base ai dati evidenziati dall'indagine, solo per 3 persone su 10 il servizio on line funziona regolarmente (35,4%). Le difficoltà incontrate negli acquisti online di abbigliamento, calzature e accessori sono soprattutto legate alla fase di delivery: i tempi di consegna non sono garantiti (25%) o si sono eccessivamente dilatati (19,4%) o non vengono rispettati (15%). A ciò si aggiunge la preoccupazione di un 5,6% che segnala, da parte del personale deputato alla consegna, il mancato rispetto delle misure di sicurezza imposte per contrastare la diffusione del virus (distanze, mascherine di protezione...).
In termini di comportamenti di consumo, questi elementi di criticità si riflettono anche sulla propensione e sulle modalità dell'acquisto online: il 17,6% si dichiara intenzionato comprare su internet se le consegne e i resi sono gratuiti, il 10% se la consegna è garantita in tempi brevi, il 4,4% se il pagamento dell'ordine è consentito alla consegna.
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