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04 November 2020
“Sono sotto gli occhi di tutti i gravi danni subiti dai negozi di moda che vivono di collezioni stagionali, ordinate anche otto mesi prima dell’arrivo dei prodotti in store e che hanno investito centinaia di migliaia di euro in merce che, a questo punto e con ogni probabilità, resterà ferma" si legge nella nota ufficiale del Presidente Renato Borghi, diffusa oggi da Federazione Moda Italia Confcommercio a seguito delle nuove disposizioni annunciate dall'ultimo DPCM, firmato ieri 3 novembre "Troviamo incredibile che ci si sia dimenticati di un settore come il nostro. Attivare lockdown differenziati, in base alla gravità degli effetti della pandemia sui territori, non deve significare negare ristori a chi sta meno peggio perché non costretto alla chiusura, ma concedere, se mai, contributi più congrui alle necessità di chi chiude forzatamente”.
Questa la dichiarazione di Federazione Moda Italia – Confcommercio che, a fronte di un calo delle vendite di oltre il 50% già subito da 115 mila negozi, con le ulteriori restrizioni preannunciate dal nuovo DPCM, stima una perdita complessiva di oltre 20 miliardi di euro di consumi nel dettaglio moda a fine anno.
“Al primo posto va messa sempre la salute dei cittadini, dei clienti, degli addetti, degli imprenditori e delle loro famiglie" prosegue Borghi "ma è difficile digerire questi provvedimenti quando abbiamo investito importanti risorse per andare avanti con coraggio, rispettando protocolli e linee guida per la sicurezza e digitalizzando le nostre aziende. Abbiamo puntato sulla multicanalità, promosso nuovi servizi, incrementato sconti ai clienti, riducendo, però, la marginalità e di conseguenza la possibilità di sopravvivenza. Nessuno, dopo l’esperienza della tragica primavera, capisce che questo nuovo lockdown è fisico per alcune categorie, ma anche virtuale e non meno letale per altre come la moda anche nei territori dove non sono disposte chiusure per decreto. C’è stato tutto il tempo per poter valutare possibili scenari ed interventi alternativi. Ma non li abbiamo visti. C’è stata un’inefficienza che alla fine pagheremo noi".
Federazione Moda Italia manifesta dunque la preoccupazione di oltre 110mila negozi e chiede alla Confcommercio di continuare a supportare la richiesta al Governo di misure di sostegno al settore divenute ora quanto mai urgenti. "Le nostre attività non riescono a stare aperte senza prospettive; vanno aiutate. Ebbene" conclude Borghi "se per avere aiuti a fondo perduto è necessario alzare la voce, lo chiediamo a gran voce: SI AIUTINO I NEGOZI DI MODA e si assumano tutte le responsabilità del caso perché se non ci farà chiudere una norma, lo farà il mercato”.
1. Occorre da subito estendere a tutto il 2020 il credito d'imposta per gli affitti anche per i negozi di moda che hanno visto ridurre il proprio giro d’affari a fronte di canoni di locazione rimasti invariati.
2. A fronte di un verosimile aumento delle rimanenze anche della stagione Autunno/Inverno, che rischieranno di mettere definitivamente in ginocchio le nostre attività, occorre prevedere una detassazione o meglio rottamazione delle rimanenze anche in considerazione dell’introduzione del credito d'imposta sul valore delle eccedenze di magazzino come quello introdotto dall’art. 48 bis del DL Rilancio che comunque va esteso per principio al comparto commerciale. Il problema ricade, infatti, proprio sugli operatori del dettaglio che hanno ordinato la merce otto mesi prima della consegna, sulla base di previsioni stilistiche di terzi e di previsioni di vendita in tempi di normalità economica, assumendosi di fatto l’intero rischio (divenuto certezza con il problema da Covid-19) dell’invenduto, a fronte di un sistema manifatturiero che ha prodotto sul venduto, una volta raccolti tutti gli ordini. Si fa presente, inoltre, che le sole notizie sui media di un ipotetico nuovo lockdown e delle prescrizioni degli ultimi DPCM del 13, 18, 24 ottobre e 4 novembre, hanno originato un blocco dei consumi con incassi crollati per più del 70% e conseguente ripercussioni sulla filiera in tema di pianificazione dei pagamenti ai fornitori della collezione autunno/inverno 20/21 che, dopo le difficoltà operative della primavera e gli accordi tra gli stessi fornitori e gli Istituti di credito, stavano tornando ad una certa regolarità. Il nuovo blocco rischia di far saltare nuovamente tutti i piani di rientro.
3. Va previsto un contributo a fondo perduto del 50% della differenza dei corrispettivi dell’ultimo trimestre 2020 sull’ultimo trimestre 2019, in quanto i nostri imprenditori - reduci da una stagione primavera/estate in grave perdita - difficilmente riusciranno a coprire debiti per mancanza di utili.
4. Va previsto un condono tombale sui versamenti tributari e contributivi e una moratoria a tutto il 2021 nonché, in previsione di una ripresa, anche al 2022.
5. Sospensione al 31 dicembre 2020 degli incassi dei titoli di credito e per ogni altro atto avente efficacia esecutiva ex art. 11 del DL Liquidità
6. Sospensione mutui e leasing bancari aziendali fino al 31 dicembre 2021 (ad oggi sospesi fino al 31 dicembre 2020) e dei mutui e leasing personali
7. Prosecuzione della Cassa Integrazione fino a tutto il 2021
8. Infine, si avanza la possibilità di intervenire a sostegno della filiera della moda attraverso agevolazioni a favore di tutte quelle imprese che, per far fronte alla equa distribuzione dei rischi e delle perdite, abbiano concesso o concedano erga omnes
sconti o annullamenti sugli ordini già effettuati a valle.
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