Linea
15 January 2020
Passione e ironia, una naturale simpatia e un innato “je-ne-sais-quoi” negli anni gli hanno conquistato un seguito di fan a 360 gradi. Oggi, a 55 anni, presta per la prima volta la sua immagine a un prodotto di intimo. E, attenzione… Si tratta di un intimo… hi-tech: il boxer VMan, realizzato con la fibra Emana. Un’intervista era d’obbligo! Con lui abbiamo parlato di seduzione ed estetica, di donne e di stile, di underwear, beachwear e molto di più… Scoprite con noi il lato “intimo” di Rocco Siffredi.
Cos’è la seduzione per Rocco Siffredi?
Per me è
energia vitale. La seduzione è un’attitude che non deve essere legata al
singolo approccio o all’occasione: sedurre, per me, è uno stile di
vita. E, se si parla di seduzione, mai farsi trovare impreparati! Anche e
soprattutto nell’intimo. Parlo per esperienza: puoi anche essere Rocco
Siffredi, ma se nel momento “clou” ti capita di aver indosso… che so…
una mutanda bianca… l’imbarazzo è assicurato!
Nella Sua esperienza, com’è cambiata negli anni la percezione dell’erotismo?
Negli
ultimi anni è cambiata radicalmente. Con l’arrivo dei social, la
lancetta dell’eros è come impazzita: l’erotismo (o meglio, la
rappresentazione ambigua e distorta che i social restituiscono
dell’erotismo) è entrato nelle case e nel quotidiano di tutti. I social
hanno reso tutti delle porno star, andando a stravolgere il concetto
fondante su cui si basa l’industria del porno e che ha ispirato un
preciso immaginario erotico. Sul set, attraverso una performance che si
vuole per definizione “estrema”, registi e attori professionisti offrono
allo spettatore un prodotto che deve farlo sognare, ma senza
necessariamente innescare meccanismi di emulazione. Tra la realtà
quotidiana dell’eros e la performance estrema, il porno si muove nella
dimensione della fantasia: una dimensione che sui social è totalmente
assente. L’asticella si è alzata: sul web, ciò che un tempo era “hard” è
diventato “soft” e ciò che è veicolato come “erotico”, scollato dalla
realtà e spogliato di ogni fantasia, risulta solo surreale.
E come cambia, invece questa percezione da paese a paese?
Nella
mia esperienza, più i tabù sono radicati nella mentalità e nel tessuto
sociale di un paese, più il senso di trasgressione è accentuato. Nel
Nord Europa, dove l’approccio è sempre stato più liberale, si è rimasti
bloccati su uno stereotipo un pò rétro: oggi l’attenzione all’eros è
blanda, con una visione della donna, a mio giudizio, più “femminista”
che “femminile”, in cui si perde il vero nucleo della sensualità. Nei
paesi mediterranei l’approccio al sexy è più naturale. Oggi le donne
hanno potere decisionale in merito alla loro sessualità: qui, dove il
retaggio religioso e culturale è più forte, le donne si assumono in toto
questa facoltà, perché non l’hanno avuta in passato. Nei paesi
dell’Est, di cui ho una conoscenza diretta (Rocco vive e lavora da anni a
Budapest, ndr) esiste una vera e propria “estetica del sexy”:
l’erotismo è parte integrante dell’aspetto e del look di una donna.
Qual è, per Lei, il top del cattivo gusto?
L’estremismo
contro la libertà. Ho fatto del porno una scelta di vita anche e
soprattutto per non dovermi adattare a regole e convenzioni imposte. Ciò
che mi disgusta di più in assoluto, però, è il degrado morale della
nostra società, che va perdendo giorno dopo giorno l’empatia per le
persone e la sensibilità verso la sofferenza del mondo. Guardare la
morte in tv oggi è diventato normale: è questa, per me la più grande
forma di volgarità.
Se, invece, si parla di estetica, ciò che più La disturba è…
Le
persone che si vestono alla moda senza avere il fisico. Avere buon
gusto significa, prima di tutto, essere obiettivi verso se stessi.
Tre parole per definire il seduttore moderno…
Passione,
umiltà e ironia. Per me, è un mantra di vita. Se vogliamo aggiungere,
nel gioco della seduzione esperienza e self control, la capacità di
capire le persone e l’intelligenza delle situazioni fanno la differenza.
Mai agire per stereotipi. Mille volte meglio sbagliare essendo
originali, che fare “quasi bene” copiando qualcuno.
Cosa La attrae di più in una donna?
La
femminilità. E non mi riferisco a quella esteriore, ma a quella
profonda, che passa attraverso gli occhi. Non sono particolarmente
feticista: certo, un bel seno, gambe lunghe, le giuste curve sono
eccitanti… Ma è il gioco degli sguardi a farmi davvero impazzire.
Attraverso gli occhi posso connettermi con la persona, capire l’unicità
di lei come donna… E’ una forma di attrazione che è fortemente legata
alla personalità.
Il Suo ideale di bellezza femminile?
Sono
molto attratto dalle rosse. Amo la pelle bianca, diafana, la trovo
molto erotica, perché lascia intravedere ogni dettaglio: vene, piccole
imperfezioni, la linea sensuale dei capezzoli…
Ha un episodio divertente legato all’intimo?
Una
pubblicità che ho fatto (o meglio, ho quasi fatto!) ai tempi dei miei
esordi a luci rosse. Mi avevano consigliato di continuare a fare il
modello, in caso nel cinema hard non avessi sfondato (ride, ndr). Si
trattava di un servizio fotografico di intimo per uomo e donna: ero
giovane, esuberante, la modella molto sexy… Potete immaginare com’è
andata: il servizio alla fine non si è fatto… Nessuno scatto è risultato
utilizzabile!
Qual è stato il primo intimo “cult” di Rocco Siffredi?
Il
mio primo intimo di marca l’ho acquistato a 20 anni: era del marchio
Nikos, disegnato da uno stilista greco che s’ispirava alla mitologia
antica per ricreare sul corpo maschile l’ideale della figura perfetta.
Una sorta di tanga da uomo dalla sgambatura altissima. Allora avevo un
fisico mozzafiato ed ero molto “piacione”… Amavo esibire e valorizzare
il mio corpo.
Nella maggior parte dei casi, l’intimo maschile è acquistato dalle donne: è così anche per Lei?
No,
l’intimo è un capo che da sempre mi compro personalmente. Sono molto
esigente in fatto di underwear e lo scelgo con attenzione: deve calzarmi
a pennello ed essere piacevole sulla pelle. Non sopporto di indossare
qualcosa che non mi sostiene: l’intimo maschile deve sorreggere e
abbracciare le forme nel modo giusto.
Dove fa i Suoi acquisti?
Sono abbastanza conservativo, se un
marchio o negozio mi soddisfa resto fedele per anni. E compro anche
dieci capi alla volta. Per l’intimo posso spendere anche più di 200
euro. Ho trovato un negozio che vende esattamente l’intimo che fa per
me, in Rue de Faubourg a Parigi. Ormai lo acquisto solo lì.
Le capita di acquistare online?
Non
sono tendenzialmente un e-shopper. Per l’abbigliamento non compro mai
online se non conosco il brand. E online non acquisterei mai l’intimo, a
meno di averlo già provato.
L’ultimo capo lingerie che ha regalato a una donna?
Non ne ho memoria. Mia moglie se la compra da sé, perché dice che non ho gusto!
Nel Suo cassetto dell’intimo: funzionale, sexy o “fun”?
Funzionale
e sexy. Nessuna contraddizione: il capo funzionale è sexy, quando è
giusto per te. Sono tuttora molto attento al mio fisico: un intimo
studiato nel design e nelle costruzioni aiuta a mascherare quelle
piccole imperfezioni, come le “maniglie dell’amore”, che con l’età non
risparmiano nessuno! Mi devo sentire al meglio, a mio agio, vestito e
nudo. Essere sempre pronto in ogni situazione.
Slip, parigamba o boxer?
Lo
short parigamba. Per VMan, il boxer di cui sono testimonial e al cui
sviluppo ho contribuito in prima persona, per motivi commerciali abbiamo
optato per un modello un po’ più lungo, per soddisfare un target di
vestibilità più ampio. Io però, personalmente, su di me prediligo fit
meno coprenti.
E per dormire?
Non dormo nudo. Ma il pigiama assolutamente no!
Cotone o fibre tecniche?
Cotone.
Con il progetto VMan, che utilizza Emana, ho però potuto apprezzare i
plus di una fibra tecnica performante: sì dunque, anche alla fibra non
naturale, se apporta all’indosso una reale sensazione di benessere.
Canotta sì o no?
Non più. Quando ero più giovane, con un fisico scolpito, sì.
Calzini lunghi o corti?
Assolutamente lunghi! I calzini corti sono imbarazzanti.
Il Suo outfit preferito per una giornata di relax?
La tuta: voglio essere sempre pronto per fare attività fisica.
E in spiaggia?
Boxer in tela con t-shirt o camicia.
Qual è la caratteristica che predilige del boxer VMan?
La
funzionalità abbinata al design. In fase di sviluppo del prodotto ho
dato indicazioni precise affinché il boxer avesse un’estetica attraente,
ma che aiutasse a minimizzare i difetti e valorizzare le forme.
Per quali ragioni ha scelto di tenere a battesimo questo prodotto?
Stefano
Malfetta, titolare di Mobiweb, è un amico, ci conosciamo da anni. Non
avevo mai fatto da testimonial per l’intimo, e mi divertiva l’idea di
provare per la prima volta a 55 anni. In più, il progetto ruotava sulla
fibra tecnica, ed ero curioso di testarla. E poi, in termini di
immagine, il mio personaggio ci stava: non è la solita mutanda, è un
intimo che osa, che spinge su nuove tecnologie, e che al contempo dà
quell’input divertente. Trovo sia un’idea regalo perfetta per giocare
sull’ironia e la seduzione. Troverà molte acquirenti tra le donne!
Anche noi vogliamo osare… Possiamo chiederLe che intimo indossa oggi?
Intimo in cotone di alta qualità. Vi aspettavate che dicessi VMan? Sarebbe stato troppo scontato (ride, ndr)!
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