Linea Intima Edit
12 aprile 2019
Mercoledì 10 aprile Marino Vago, Presidente di Sistema Moda Italia, ha presentato alla stampa le stime elaborate a pre-consuntivo 2018 dal Centro Studi di Confindustria Moda per SMI, unitamente alle previsioni relative al primo semestre dell’anno in corso. Entrambi gli scenari previsionali sono frutto di un modello econometrico sviluppato ad hoc per l’analisi dei trend del Tessile-Abbigliamento dal Prof. Serati, Associato di Politica Economica presso l’Università Carlo Cattaneo – LIUC di Castellanza.
IL QUADRO GENERALE PER IL 2018
In base alle recenti simulazioni l’industria italiana del Tessile-Abbigliamento archivierebbe l'anno con un fatturato in aumento del +2,1% su base annua.
Il turnover settoriale passerebbe a 55,2 miliardi di euro, guadagnando oltre 1,13 miliardi rispetto al consuntivo 2017.
Nello specifico dei macro comparti della filiera, il ‘monte’ chiude il 2018 in crescita del +1,4%, mentre il ‘valle’ con un incremento del +2,8%. Anche la variabile valore della produzione mostra un’evoluzione favorevole, attesa nella misura del +1,4%. In aumento anche il commercio con l’estero e, pur su una dinamica modesta, il consumo apparente.
Al quadro complessivamente positivo fanno eccezione le previsioni relative all’andamento di aziende ed addetti, entrambe in area negativa.
LE DINAMICHE INTERNAZIONALI DELL'EXPORT...
Nel corso del 2018 il commercio internazionale si è mantenuto in positivo, ma ha rallentato il ritmo di crescita. Secondo le più recenti stime del WTO, il volume degli scambi di beni è in aumento del +3,0%, in decelerazione rispetto al +4,6% del 2017. Tale evoluzione ha risentito nel corso dell'anno di varie tensioni commerciali (introduzione di nuove misure tariffarie e conseguenti “ritorsioni”) e di una crescente incertezza economica (in cui si innestano anche la volatilità dei mercati finanziari e condizioni monetarie più stringenti nei paesi avanzati). Dal punto di vista geografico, la decelerazione del commercio mondiale è da ricondurre a una domanda di Europa e Asia (aree che sulle importazioni mondiali pesano rispettivamente 37% e 35%) risultata più debole del previsto.
...E LE RIPERCUSSIONI SUL TA IN ITALIA
Il Tessile-Abbigliamento italiano, e soprattutto la parte “monte” della filiera (più sensibile al mutare dei cicli economici), ha risentito delle evoluzioni congiunturali, evidenziando così una decelerazione del tasso di crescita rispetto al 2017. Dopo un primo trimestre 2018 archiviatosi con un aumento del +3,1%, nel secondo quarter l’export ha decelerato al +2,0%, per poi rallentare ulteriormente al +0,9% (luglio-settembre). Nell’ultimo trimestre il settore ha ritrovato un nuovo slancio, con un incremento del +5,4%. Sul fronte import, dopo i primi due trimestri interessati da basso dinamismo (+1,7% gennaio-marzo, +0,5% aprile-giugno) i flussi in entrata hanno ripreso vigore, facendo registrare un aumento del +4,2% nel terzo quarter e, quindi, del +6,7% nell’ultimo.
Per l’anno solare 2018 si prevede, pertanto, un’evoluzione dell’export pari al +2,8% (contro il 3,5 del 2017), mentre l’import chiude a +3,3%. Il valore dei prodotti di Tessile-Abbigliamento esportati sale a poco meno di 31,5 miliardi di euro, le importazioni raggiungono, invece, quasi 21,7 miliardi. L’effetto combinato dei flussi commerciali import/export determina un miglioramento del surplus con l’estero nel 2018; il saldo infatti sale a circa 9,8 miliardi di euro (più 177 milioni in termini assoluti rispetto al 2017).
In termini geografici, le vendite intra-UE frenano al -0,1%, mentre quelle extra-UE crescono del +6,4%. Più in dettaglio, la Germania flette del -0,7% e la Spagna del -2,2%; meglio invece Francia e Regno Unito (rispettivamente +1,6% e +6,3%, nonostante l’incertezza relativa alla Brexit). In ambito extra-UE le vendite destinate negli USA aumentano del +3,1%, quelle in Svizzera (hub per la successiva ri-esportazione in altri mercati) del +14,8%, mentre in Russia, dopo il recupero segnato nel corso del 2017, restano al palo (-0,4%). In Estremo Oriente, Hong Kong cresce del +2,1% e la Cina del +23,6%: sommando le vendite dirette in questi due Paesi, l’export italiano di Tessile-Abbigliamento raggiunge 3.035 milioni, avvicinandosi al valore delle esportazioni in Germania e superando la Francia.
Se si considera il comparto nel suo complesso, il Tessile ha sperimentato una variazione media annua pari al +1,1%, mentre l’Abbigliamento del +3,7%.
IL MERCATO INTERNO
Nel 2018 la variabile “consumo apparente” (che intercetta sia la domanda b2b intra filiera sia il sell-out), è stimata tornare in area positiva, evidenziando un lieve aumento (+0,4%). Se però ci si focalizza sul solo sell-out, secondo le rilevazioni effettuate da Sita Ricerca la spesa corrente destinata dagli italiani al TA presenterebbe una flessione pari al -3,2% nell’anno solare, in peggioramento dunque rispetto al dato 2017 (archivatosi a -1,2%).
I DATI OCCUPAZIONALI
Dopo le significative contrazioni dei livelli occupazionali negli anni scorsi, per la prima volta il 2017 aveva fatto registrare un’inversione di tendenza nel caso degli addetti al settore; nel 2018 però sul fronte occupazione è attesa una lieve contrazione (nella misura del -0,1%); a tale dinamica corrisponde una riduzione di oltre 500 posti di lavoro. Anche le aziende attive presentano un segno negativo e sono attese calare, secondo le stime più ottimistiche, del -0,5%.
Per il primo semestre 2019, le previsioni del Centro Studi di Confindustria indicano una prosecuzione del trend favorevole, ma con una decelerazione rispetto al corrispondente periodo del 2018. A fronte di un saldo commerciale ancora in miglioramento, i consumi apparenti dovrebbero invece evidenziare una lieve flessione.
Per scoprire nel dettaglio i dati previsionali gennaio-giugno 2019 nel quadro dell'analisi dei macro trend internazionali, seguiteci nei prossimi giorni su Linea Intima Edit!
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