Linea Intima Edit
20 febbraio 2018
Momento di confronto sulle tematiche del commercio internazionale e sugli aspetti delle problematiche connesse ai processi all'interno delle catene produttive, l’evento ha visto un focus sull'industria globale della moda dal titolo "Fashion Focus: the fundamental right to a living wage" attraverso il rapporto dell'ONG "The Circle" presentato da Livia Forth, Jessica Simor QC e Miriam González Durántez. Hanno partecipato al confronto tra gli altri il Ministro dello Sviluppo Economico italiano, Carlo Calenda; il Presidente della Commissione Commercio Internazionale del PE, Bernd Lange; Jean-Luc Demarty, Direttore Generale della DG Commercio della Commissione europea e Guy Stuart, Direttore esecutivo di Microfinance Opportunities.
CNA Federmoda ha seguito i lavori con Antonio Franceschini, Responsabile Nazionale CNA Federmoda e Responsabile Ufficio Promozione e Mercato Internazionale CNA; Beppe Pisani della Presidenza Nazionale CNA Federmoda ed Elisa Vitella, coordinatrice Ufficio CNA Bruxelles. Il Ministro Calenda ha posto al centro del suo intervento la necessità di introdurre negli accordi commerciali di libero scambio clausole che impegnino i Paesi a porre in essere iniziative per il raggiungimento di salari che consentano stili di vita adeguati.
"Abbiamo apprezzato fortemente questa iniziativa - ha dichiarato Antonio Franceschini - in quanto riteniamo fondamentale che le politiche commerciali contemplino anche aspetti legati alla responsabilità sociale, all'etica ed alla sostenibilità economica all'interno delle filiere produttive". "Le catene di fornitura assumono ormai dimensioni sempre più globali, per dirla con Parag Khanna siamo oggi di fronte ad un 'supply chain world' e nessuno, Stato, Istituzione, Associazione, Impresa, ecc. può sottrarsi dall'assumere impegni che portino a condividere etica nell'ambito del commercio internazionale inteso in senso lato", ha continuato Franceschini.
Beppe Pisani ha ricordato poi come CNA Federmoda da anni sviluppi iniziative dedicate alla promozione di un consumo consapevole con particolare riguardo verso le giovani generazioni portando all'interno delle scuole italiane propri rappresentanti al fine di illustrare la complessità della filiera produttiva della moda ed invitando i giovani a porsi domande all'atto dell'acquisto di beni di abbigliamento.
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