BIKINI: I 70 ANNI DI UNA LEGGENDA

UN ESORDIO DIFFICILE

Come non di rado nella storia della moda, tutto comincia a Parigi, nella cornice unica della Piscine Molitor. Inaugurato nel 1929, questo capolavoro dell'architettura Art Déco nel XVI arrondissement ospita dagli anni ‘30 le coreografiche Fêtes de l'Eau, evento di richiamo per l’intera Parigi per scoprire le ultime creazioni della moda balneare del momento. Il 5 luglio 1946, lo specialista della maglieria e pioniere del costume da bagno Louis Réard presenta una nuovissima creazione di cui però, inizialmente, è il solo a cogliere il potenziale rivoluzionario. Giocando sulle forme e le silhouette trova alla fine il concept perfetto: un costume da bagno in due pezzi, il più piccolo mai visto, il cui nome rende omaggio a un atollo dell'Oceano Pacifico che diventerà famoso nel mondo a seguito degli esperimenti nucleari proprio in quel mese di luglio: le isole Bikini. Un cocktail esplosivo che ha però un effetto tutt’altro che scontato al suo debutto a Molitor: nessuna eco sulla stampa, a eccezione di qualche rivista di moda che bolla il bikini di Mr Réard come troppo volgare. La progessiva uscita dall’anonimato si deve in particolare agli sforzi del suo creatore, che moltiplica le mosse pubblicitarie per far parlare del suo costume. È davvero venduto in scatole di fiammiferi nelle boutique di tutto il mondo, da Londra a Los Angeles? È davvero così scandaloso che le modelle professioniste si rifiutano di indossarlo? Le voci circolano, e il bikini si afferma a poco a poco come il nuovo costume da bagno amato dalle donne, che lo scelgono non solo per il suo look e il suo taglio ultra pratico, ma anche per la liberazione dei costumi di cui si fa portavoce. Tra le seguaci del nuovo trend si annoverano alcune fra le figure femminili più emblematiche del secolo scorso, da Brigitte Bardot a Marilyn Monroe passando per Ursula Andress. 70 anni più tardi, il bikini è uno dei capi irrinunciabili del guardaroba moderno, al pari di jeans e scarpe da ginnastica.