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Retail

Dettaglio Italia, vendite di moda nel primo trimestre al -4,2%

10 maggio 2024

A riportarlo è Federazione Moda Italia. Commenta Giulio Felloni "Vanno sostenuti i consumi per la competitività dell’intero settore e vanno accompagnate le imprese nel processo di ri-generazione anche urbana"

Secondo il monitoraggio di Federazione Moda Italia-Confcommercio sull’andamento delle vendite di moda, il primo trimestre 2024 si è chiuso con un calo medio del 4,2%. Le vendite di prodotti di moda hanno segnato in quest’inizio d’anno cali costanti rispetto al primo trimestre del 2023: -5% a gennaio; -4,5% a febbraio e -3,1% a marzo. Notizie migliori arrivano dal turismo in crescita che sostiene l’economia anche se per le mete più attrattive. Per il Presidente Giulio Felloni:Dal punto di vista delle vendite di prodotti di moda, l’avvio dell’anno e della stagione primavera/estate è stato più complicato del previsto. O meglio, il dettaglio moda auspica da tempo una ripresa che stenta ad arrivare. Preoccupano e molto l’accelerazione dei tempi della moda, la concorrenza diretta operata da molti brand, gli aumenti delle produzioni e i costi fissi che non accennano a diminuire, nonostante la frenata dell’inflazione."

"Il retail della moda" prosegue Felloni "pur rimanendo un fondamentale pilastro dell'economia nazionale, con 170.828 punti vendita che occupano 299.890 addetti e partecipando in maniera importante alla produzione del Prodotto Interno Lordo, ha registrato negli ultimi 4 anni un saldo nati-mortalità negativo di 16.863 negozi di moda e di 13.164 addetti (erano 187.791 con 313.054 addetti al 31/12/2019). Per dare l’idea di quanto sta accadendo nelle nostre città e per chi ancora non se ne fosse accorto, è come veder scomparire nelle nostre vie, strade e piazze, 11 negozi di moda al giorno per tutti i giorni dell’anno negli ultimi quattro anni. Negozi che abbassano quelle saracinesche che aprivano ogni giorno dando luce, decoro, sorrisi, socialità e servizi alla collettività e che non riapriranno più, esponendo le nostre città al rischio di desertificazione commerciale e depauperando i nostri centri. Fa male anche l’assenza di 'rumore' per la chiusura di tanti punti vendita e la perdita di molta occupazione, oltre ai titolari dell’attività.

Per questo abbiamo chiesto al Tavolo della Moda un intervento urgente diretto al rilancio dei consumi, a partire dalla previsione di un’IVA agevolata per i prodotti di moda sostenibili e made in Italy o comunque un intervento per la detrazione delle spese per l’acquisto dalle dichiarazioni dei redditi degli italiani. Vanno poi accompagnate le imprese nel processo di ri-generazione anche urbana. Oltre ai sostegni per l’innovazione dei negozi ci aspettiamo l’applicazione della cedolare secca sulle locazioni commerciali attraverso un canone concordato tra locatori e conduttori per ridurre il peso degli affitti; l’inserimento delle attività commerciali storiche nell’Albo delle imprese culturali e creative d’interesse nazionale previsto dalla legge sul Made in Italy in quanto espressione dell’identità culturale collettiva. Nei rapporti con i fornitori" conclude Felloni "occorre trovare un punto d’incontro, un patto di filiera su sostenibilità, concorrenza, tempistiche per pagamenti, consegne dei prodotti e disponibilità della merce”.

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