Linea Intima Edit
11 ottobre 2021
Intimo e mare di fascia alta,
un florilegio di top brand e marchi di nicchia da tutto il mondo,
esperienza e servizio… Riletti con una più ampia visione imprenditoriale,
eclettica e internazionale. Da scoprire...
Rientrata in Italia dopo 9 anni all’estero, dove ha
maturato una vasta esperienza in ambito prodotto e
retail, Laura Latino ha preso le redini dello storico
negozio di famiglia a Civitanova Marche. Il cambio di
proprietà è scattato dallo scorso 1° marzo… Proprio
in concomitanza con le nuove restrizioni
governative legate alla crisi sanitaria! Ma Laura
aveva un progetto. Anzi, una visione. E nessuna
intenzione di fermarsi. In una fase di transizione
decisiva per il settore, quale momento migliore per
aggiustare le vele e cambiare rotta? Detto fatto: al
via, dunque, il nuovo corso, che sotto l’insegna
DUIN – Intimates & Beachwear imprime oggi un
refresh all’attività, alla sua gestione e alla selezione
di marchi e prodotti. Con un obiettivo: rifocalizzare
il dna originario della boutique – dal 1959 un
riferimento nelle Marche per la lingerie e il
beachwear di fascia alta/lusso – rileggendolo in
chiave moderna. In un brioso mix di heritage e
futuro. Laura ci racconta come.
Laura, al servizio del progetto DUIN Lei porta un ricco bagaglio professionale internazionale… In ambito retail, qual è stata l’esperienza per Lei più significativa?
Senz’altro la mia primissima a Hong Kong, dove mi sono trasferita nel 2011. Lì sono stata coinvolta nella start up e poi nella gestione della boutique Sheer: un concept di intimo di fascia alta, con un target eclettico, orientato su marchi di ricerca e designer di nicchia (vedi nostro articolo sulla rivista Intima Asia, ottobre 2014, ndr). Alla visione imprenditoriale della titolare, una professionista di Hong Kong appassionata di lingerie con un background nella cosmesi di lusso a New York, ho apportato il know-how distintivo nel settore intimo e mare – fitting, conoscenza di pizzi e tessuti, tecniche di vendita, merchandising, vetrine – coltivato nei 15 anni trascorsi nel negozio di famiglia…
Nonché quel tocco di italianità tanto apprezzato dalla clientela internazionale! Quest’esperienza, non solo mi ha reso più consapevole delle mie competenze e del valore che l’expertise italiana ha nel mondo, ma mi ha insegnato a lavorare in modo completamente diverso, mettendomi alla prova con una realtà particolare dove il servizio al cliente è maniacale e il rapporto lavorativo molto più professionale ed esigente. Ho avuto modo di interfacciarmi con clienti delle più svariate nazionalità e fisicità, che ricevevamo su appuntamento per sessioni di personal shopping, e di conoscere aziende internazionali che mi hanno aperto orizzonti e vedute. Dalla creatrice di Sheer, che veniva da un’esperienza nel marketing, ho imparato l’importanza del saper vendere la propria immagine e raggiungere i clienti target con parole e azioni in coerenza con il concept... Un aspetto che, ahimè, in Italia oggi è ancora spesso sottovalutato.
Com’è proseguita la Sua esperienza?
Nel 2013 mi sono spostata in Tailandia, dove ho lavorato come Business & Product Development Manager per un’azienda che, già attiva nell’importazione di costumi fashion destinati alla distribuzione diretta e alle boutique dei resort, stava lanciando la sua collezione beachwear, inizialmente prodotta in Cina. Da buona italiana ho voluto dare un bello scossone… e mi sono presa carico dello sviluppo prodotto e della rete dei 28 punti vendita. Non avevo esperienza da stilista, ma conoscevo i corpi delle donne e avevo venduto le più belle collezioni mare… Così sono andata direttamente nelle fabbriche e allo stesso prezzo ho ottenuto un prodotto migliore, usando tessuti italiani di cui mi approvvigionavo a Hong Kong, stampati con disegni che compravo da disegnatori famosi. A metà 2017, dopo una breve parentesi in Italia, sono volata in Messico, dove sono diventata responsabile acquisti per un’azienda di importazione e distribuzione di materiali per la calzatura: un’esperienza importante, in una realtà di grandi dimensioni, che mi ha spinto ancora una volta a superare i miei limiti.Quando dunque, a dicembre 2019 mia sorella ha lasciato la gestione del negozio di famiglia, ho deciso di tornare in Italia e di mettere le competenze sviluppate all’estero al servizio di un’attività che, forte di 62 anni di storia, meritava di essere traghettata nel futuro secondo i nuovi standard che questo mondo in rapido mutamento richiede.
Come riassumerebbe il senso della svolta che desidera dare oggi al negozio?
In una parola direi: visione. Tornare dopo 10 anni mi ha fatto guardare all’attività in modo più distaccato, mettendone a fuoco lacune e punti di forza. Se è vero che i rivolgimenti avvenuti negli ultimi anni nel gotha della lingerie di lusso sono stati epocali e hanno destabilizzato il settore, e il boom delle grandi catene ha dirottato molta clientela su prodotti di fascia più bassa… E’ anche vero che noi dettaglianti non sempre abbiamo saputo rispondere a tono. Non siamo stati capaci di stare al passo con i tempi in un mondo che cambia alla velocità della luce. La scelta di non cedere a prodotti di livello più basso e di facili guadagni, mantenendo una proposta coerente e di livello alto però è stata premiante. ln particolare per il nostro negozio. Ma nell’attuale contesto era imperativo evolvere. E un cambio generazionale era necessario.
Con il passaggio del testimone, una nuova insegna: perché?
Volevo dare un segnale di cambiamento, anche nel nome, marcando però la continuità con le origini.DUIN è l’acronimo di Donna & Uomo In, accoppiato al primo logo del negozio, che ho ritrovato nei nostri archivi. Quattro lettere, un messaggio preciso: conserviamo la storia, l’esperienza, le radici e ci concentriamo sull’essenza, quella del negozio di intimo e mare di fascia alta, che propone marchi di nicchia specializzati, italiani e non, offrendo un’esperienza di acquisto e un servizio di livello. L’obiettivo è tornare a essere quello che eravamo un tempo, ma in chiave più moderna. Tradizione e innovazione, così vedo il futuro.
Qual è secondo Lei l’essenza del lusso contemporaneo?
Credo che questo periodo difficile ci abbia fatto riapprezzare la sostanza delle cose: sono convinta che la chiave oggi sia concentrarsi sul poco ma bello, sui prodotti con un proprio valore intrinseco che vada oltre la firma. Mi piace il lusso concepito come godimento personale e non come ostentazione, e mi piacciono le clienti che vengono da noi perché sanno che dormire con una camicia da notte di Paladini o indossare un body di Wolford, anche il più basic, aggiunge molto al loro benessere quotidiano.
Come evolve oggi la vostra strategia di offerta?
Nella nostra fascia di mercato è fondamentale coprire le esigenze della clientela a 360 gradi, abbracciando anche le nicchie più specifiche. In quest’ottica amplierò le linee basic dai tessuti pregiati fino al cachemere, puntando su aziende che garantiscono un buon servizio di stock service. E introdurrò il segmento boudoir: perché l’intimo è anche un gioco e l’espressione della femminilità passa anche da un reggicalze o una parure super sexy.
Quale criterio adotta nel lavorare marchi e collezioni?
Sul fronte marchi ho deciso di eliminare tutti quelli con un sell-out inferiore al 60% e che risultavano non coerenti con il concept, e di puntare sulle colonne portanti del negozio: Paladini, Wolford, Zimmerli, Simone Pérèle, Derek Rose, Dolce & Gabbana, Gallo, Zeybra, Eres, Fisico, Miss Bikini, Maryan Mehlhorn, Marjolaine. In generale, ho reinquadrato gli acquisti in linea con il target di ogni brand, per rappresentarlo al meglio nel punto vendita: ho comprato con più coerenza e armonia all’interno del singolo campionario e nell’insieme scegliendo mood che funzionino trasversalmente alle collezioni. Con l’occhio rivolto anche a una clientela più giovane. Come new entry, il mondo mare si è allargato al resortwear di lusso con Camilla Australia. Ho introdotto per il cachemire Alain Paine per l’uomo e Tabaroni per la donna, mentre nel segmento boudoir, dove già tratto Chantal Thomass, integrerò Maison Close, che trovo decisamente divertente, e sto prendendo contatti con Agent Provocateur.
Introdurrete nuovi servizi alla clientela?
Sto lavorando a un sito e-commerce: impossibile nel 2021 non avere il doppio canale. Inoltre ho assunto una social media manager per una più corretta ed efficace comunicazione web. Apriamo anche per appuntamento per chi ricerca un’esperienza shopping privata a porte chiuse.
Previsioni per il futuro?
Sono certa che appena il difficile momento in atto sarà finito ci sarà il boom del lusso nel nostro settore. Ma occorre essere pronti per non perdere il treno della ripresa. E questo vale per marchi e negozi.
SUPERFICIE DI VENDITA: 85 MQ
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