Linea Intima Edit
29 agosto 2024
Negli ultimi anni si è assistito a un significativo cambiamento nelle abitudini dei consumatori che si sono orientati sempre di più verso un approccio non consumistico. Un trend che - come si sta riscontrando anche in questo fine agosto - ha coinvolto il settore moda, dove il valore dell’autenticità e della sostenibilità sta prevalendo sull’acquisto sfrenato e a tutti i costi. Secondo un'indagine realizzata da Confcommercio con Swg gli italiani vogliono vivere nei quartieri dove ci sono più esercizi di prossimità perché questi rafforzano le comunità (per il 64% degli intervistati), fanno sentire più sicure le persone (57%) e fanno crescere il valore delle abitazioni (fino al 26% in più). La chiusura dei negozi preoccupa per il timore di un aumento del degrado, di disoccupazione e di rischi di spopolamento. E i negozi che stanno scomparendo di più sono proprio quelli dell’abbigliamento (46%).
“Il ruolo del negozio locale sta riacquistando centralità. Non si tratta solo di un luogo di acquisto, ma di uno spazio di incontro, di scambio culturale e di supporto reciproco. I negozi diventano custodi delle tradizioni, promuovono prodotti selezionati e offrono esperienze uniche, differenziandosi da quell’omologazione di offerta che punta su un consumo di massa spesso disconnesso dai territori”. Così Giulio Felloni, presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio, per il quale “la vera forza risiede nella capacità di innovare, di rimanere fedeli alla propria identità e di valorizzare ciò che rende unici i negozi di prossimità made in Italy. Il futuro del fashion retail dipende dalla volontà di ciascuno di noi operatori commerciali, supportati dalle nostre Associazioni e da un rapporto più stretto tra pubblico e privato, di saper vedere oltre l’immediato – che è sicuramente difficoltoso – investendo sulla qualità, sull’originalità e sulla relazione con il cliente. Solo così potremo continuare a stare sul mercato e a competere al meglio, contribuendo al benessere della nostra comunità e preservando il nostro patrimonio culturale”.
In questo momento – conclude Felloni – “il vademecum ‘Rapporto con i fornitori‘ di Federazione Moda Italia-Confcommercio, che è stato ripreso da molti imprenditori in occasione degli ordini della collezione primavera/estate 2025, può essere molto utile per una rinnovata collaborazione. Bisogna capire se l’azienda che fornisce i prodotti vuole veramente lavorare in trasparenza e fiducia con i negozi oppure se intende seguire altre politiche che riguardano la vendita diretta al consumatore finale senza condividerne il valore. Resta poi fondamentale il rapporto con le amministrazioni locali, gli assessori al commercio, le camere di commercio a tutela delle vie, delle piazze, dei centri che contengono quel patrimonio indispensabile alla socialità che è il negozio di prossimità. Va, infine, rafforzato il legame con il consumatore finale in una dinamica distensiva che vede riavvicinarsi il cliente al negozio fisico nella ricerca di prodotti non anonimi e di buona qualità, soprattutto per creare un mix di capi di moda con i giusti abbinamenti tra colori, stili e accessori in sintonia con chi li indossa e con le indicazioni della moda attuale”.
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