Linea Intima Edit
25 maggio 2017
“Nel 2016 abbiamo realizzato il 41% lordo in Europa di oggetti di lusso e il 35% netto. Al secondo posto c’è la Germania, con l’11, seguita dalla Spagna con il 10%, dalla Francia con l’8% e dalla Gran Bretagna con il 7%. In pratica vantiamo 30 punti di vantaggio. Questo è un primato che va mantenuto e ciò significa accogliere sfide quali la digitalizzazione, la sostenibilità”. Così Carlo Capasa, presidente della Camera della Moda di Milano, intervenuto oggi al Luxury Summit del Sole 24 Ore, e nel corso del suo intervento ha sottolineato: “Abbiamo il primato europeo nella produzione di beni lusso. Meglio di noi fa solo la Cina che però produce a prezzi inferiori, è un altro target”.
Capasa ha poi proseguito nel corso del Luxury Summit del Sole 24 Ore evidenziando i principali dati del settore: “Le esportazioni verso gli Stati Uniti, che l’anno scorso erano diminuite del 4,5%, nei primi due mesi del 2017 hanno registrato un ribasso dello 0,2, invece le vendite verso la Cina sono aumentate del 4,2%, dopo il -0,9% segnato l’anno scorso. Sono andate bene le vendite verso il Giappone, salite del 5,8% e anche quelle verso Hong Kong, migliorate dell’8,6%”. In ripresa anche la Russia, che l'anno scorso "ha chiuso a +8%" anche se il dato va ponderato "perché il paese viene da molti anni di meno".
L'export dell'intero settore moda italiano - tessile, abbigliamento, pelletteria e calzature – nel 2016 ha superato quota 48 miliardi di euro, con un +1,3% sul 2015. Le previsioni della camera della Moda per il primo semestre dell'anno sono di un +1,4%.
Tornando sul tema delle sfide poste al sistema moda, Carlo Capasa ha sottolineato: “Abbiamo voluto creare una sostenibilità italiana, di sistema. Andiamo a misurare la sostenibilità, lo faremo su produzione, retail, su tutta la filiera. Dobbiamo dire che l'Italia è il paese del bello, ben fatto e sostenibile”. A questo proposito il Presidente SMI e Confindustria Moda Claudio Marenzi ha aggiunto: “Non solo tracciamo il percorso di un capo ma ne valutiamo il consumo energetico etc. cercando di diminuire questi consumi. La tracciabilità di un capo e l'economia circolare sono due temi molto importanti. I millennials sono sensibili alla sostenibilità ma anche ai prezzi. Tuttavia la sostenibilità ha un prezzo. Serve un'attività di sensibilizzazione e comunicazione su questo tema”.
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