Linea Intima Edit
21 novembre 2024
Per Michaela non vi è alcuna distinzione; al contrario, usa la couture e la moda – ambiti ben lontani dall'essere “frivoli” – come mezzi per sperimentare la sua arte, cercando di accedere a nuovi codici della bellezza estetica e artistica dei corpi in tutte le loro forme.
UN PERCORSO PRECISO CHE INTRECCIA ARTE E COUTURE
Diplomatasi in Fashion Design in Australia, nel 2017 Michaela si trasferisce a Londra, dove trova impiego come couturier presso giovani maison britanniche. Nel 2018 viene ingaggiata da Beyoncé come sarta in occasione delle riprese del video musicale "Apeshit". Girato al Museo del Louvre, il video dà pieno significato alla fusione ricercata da Michaela nel suo lavoro tra couture e arte. L'esperienza, che prosegue durante il tour europeo della star, è una rivelazione per lei, che può così partecipare alla creazione di capi di alta gamma. In seguito, la couturier/artista avrà occasione di vestire altre celebrità come Julia Fox, Celeste, Shy Girl, Tove Lo, Gigi Hadid e anche uomini, come il cantante pop Sam Smith. È poi la volta di Parigi e delle collaborazioni con Marine Serre, Cartier e Louboutin.
LA LINGERIE, UN SOGNO IRRAGGIUNGIBILE; IL CORPO, UN'OSSESSIONE
Michaela è sempre stata attratta dalla lingerie, ma non avendo un corpo rispondente ai classici standard di bellezza mostrati nelle pubblicità, non si sentiva rispecchiata, e – peggio ancora – non trovava prodotti adatti alla sua morfologia. Sentendosi "respinta" da questo mondo regolato da fantasie inaccessibili, tramite il "body morphing" Michaela ha sviluppato il suo personale processo creativo attorno a una nuova estetica del corpo, dedicandocisi in toto a partire dal 2020. La sua arte ha attirato così l'attenzione del mondo della moda, portandola a lavorare per varie redazioni e a collaborare con artisti come i fotografi Paul Kooiker e Brigitte Niedermair. Nel suo lavoro, e in particolare nella sua serie del 2020 intitolata "Second Skin", Michaela si ispira al modo in cui il corpo nudo si muove e a come si trasforma nei suoi movimenti naturali. Sperimentando su sé stessa e sul proprio corpo, l'artista ha osservato come tutto ciò incideva sulla silhouette e le trasformazioni che essa subiva assumendo diverse posture o in diverse condizioni ambientali: se era seduta o se faceva yoga, se era soggetta agli effetti della gravità o se galleggiava nell’acqua; se pizzicava o tirava la pelle, oppure se stringeva la carne con abiti e lacci.
IL CORSETTO AL CUORE DEL MESSAGGIO
Nel suo atelier di Londra Michaela esplora le possibilità offerte dalla couture, e in particolare dal corsetto, per rendere visibile la nuda realtà dei corpi.
Basandosi sulle tecniche apprese studiando le opere di grandi couturier, l'artista usa i metodi del "bonding" e del "draping", applicandoli sul proprio corpo, per ottenere l'estetica che cerca.
Con l’intento di provocare un'emozione pura e immediata, che eserciti fascino o al contrario provochi repulsione, Michaela si dedica alla creazione e alla realizzazione di corsetti studiati per rivelare pancia, rotolini, smagliature, flaccidità, asimmetrie anatomiche, rompendo così i classici codici della bellezza stereotipata.
L’audace stravolgimento dell’utilizzo di questo capo intimo, originariamente concepito per nascondere e levigare il corpo femminile, conformandolo a precisi standard dettati dalla società, è un modo di ribellarsi contro i diktat della moda e di veicolare un messaggio legato a forme e immaginari di bellezza diversi, senza limitarsi ai modelli conformisti o considerati socialmente accettabili.
Con queste precise parole, e a pieno titolo, Michaela lancia un interrogativo: "Trovo divertente che in natura riusciamo ad apprezzare tutte le diverse forme di bellezza, senza che una annulli le altre. Se un fiore di ciliegio è emozionante e bello, significa forse che il fiore della rosa non lo è?". Applicando la stessa riflessione al corpo umano, l'artista tenta di dimostrare che anche la bellezza non convenzionale ha un suo posto preciso, e s’interroga con forza sull'essenza, sul significato stesso di quest'ultima e sull'accettazione della diversità al di là delle norme codificate. Da 15 anni l'artista crea i suoi capi su misura utilizzando seta, tulle invisibile, stecche e realizza fino a cinque tele prova prima di ottenere la forma perfetta. Una volta che, a guisa di crisalide, il capo è montato, Michaela lo decora a mano con ricami, plissé o cristalli.
LA COLLABORAZIONE CON VICTORIA’S SECRET
Durante il "Tour 2023", evento organizzato da Victoria’s Secret, Michaela è stata invitata, in una rosa di 20 partecipanti, a realizzare delle silhouette esclusive per il famoso marchio di intimo, che mira di riposizionarsi nell’ottica di una maggiore inclusività: l'occasione, per l'artista, di dimostrare come la lingerie non debba essere appannaggio di un solo tipo di "angeli", ma possa aprirsi anche a fisicità più generose o a corpi transgender. Una rivincita per lei che, da adolescente, aveva smesso di mangiare per corrispondere alle silhouette delle modelle che vedeva sfilare per il marchio... Come se le fosse stata messa a disposizione una macchina del tempo, Michaela è stata incoraggiata a ispirarsi agli archivi del marchio per creare nuovi look che corrispondessero ai corpi non convenzionali delle modelle Jade O’Belle e Ceval. Sono nati così dei corsetti couture che hanno "trasformato la carne, valorizzato la pancia, l’adipe in un modo dolce, delicato e femminile", spiega la stessa couturier/artista. Purtroppo, lo show non ha ottenuto il successo sperato, ma per Michaela è stata l'occasione per ampliare la portata del suo messaggio e delle sue riflessioni sulla bellezza.
LA CONSACRAZIONE ALLA FASHION-WEEK
A febbraio Michaela Stark ha partecipato alla Fashion-Week AI2024 di Milano, dove ha presentato il suo lavoro con una mostra alla Fondazione Sozzani. L'esposizione, realizzata in collaborazione con la fotografa Charlotte Rutherford, ha raccontato il suo percorso sperimentale sul tema del corpo con un set ispirato al suo atelier londinese, in un mix di fiori sospesi, fotografie ludiche e surrealistiche raffiguranti le sue "living dolls", appunti e schizzi fissati con il nastro adesivo. All'inaugurazione, una performance artistica ha messo in scena la modella curvy Yasmin El Yassini, che Michaela ha trasformato, sotto lo sguardo degli spettatori, grazie ai suoi metodi di draping che lasciavano apparire la carne in modo liberatorio per trasformare il corpo. La settimana della moda è stata anche l'occasione perfetta per Michaela per lanciare il marchio proprio di lingerie "Panty", creato con la sua partner Raga Muñecas. Tra nastri, tele prova, macchine da cucire e manichini sette bambole vestite di veli, tulle e stecche hanno presentato con brio questa prima collezione.
L'obiettivo per la creatrice è dare vita a splendidi capi progettati per scolpire dolcemente il corpo femminile e valorizzarne le forme e le curve naturali. La collezione, programmaticamente inclusiva e messa a punto su una taglia L, per assicurarsi che le curve generose siano prese in considerazione fin dalla progettazione, è disponibile fino alla taglia 5XL. Per Michaela si tratta di un nuovo approccio alla lingerie, concepita per la prima volta per lo sguardo femminile. Sviluppando la sua linea, l'artista si augura di sensibilizzare i marchi di intimo sul fatto che lusso e inclusività possono trovare un punto d’incontro: lo spazio c’è, e c'è un mercato da conquistare in questo settore. Michaela, che ha acquisito le conoscenze e l'esperienza necessarie per creare prodotti adatti alle forme generose, vorrebbe collaborare e consigliare in futuro marchi di lingerie desiderosi di esplorare questa nuova concezione, e questa nuova offerta, creando "prodotti delicati per i corpi voluttuosi, così spesso trascurati".
Vi intriga quest’artista? Per saperne di più sui suoi modelli fuori dagli schemi
https://www.michaelastark.com/panty
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