Linea Intima Edit
10 novembre 2020
Sostenere l’artigianato e le piccole imprese della moda italiana: nel suo intervento Marco Landi ha ribadito i punti chiave espressi nella lettera ufficiale inviata al Governo in data 29 ottobre (nostro articolo correlato) e avanzato richieste concrete volte a salvaguardare occupazione, tessuto produttivo e il futuro del made in Italy.
“La filiera moda italiana rappresenta una realtà unica nel panorama internazionale" ha rimarcato Landi "la forza del nostro sistema moda è data dal permanere in Italia di un tessuto imprenditoriale fortemente connesso ai territori e trae energia dalle migliaia di imprese artigiane e piccole che apportano competenze e flessibilità all’intera filiera. Recenti iniziative di primari brand della nostra moda hanno ben evidenziato come parte del loro valore sia basato sul rapporto con la filiera produttiva nazionale ed in primo luogo con l’artigianato”.
Landi ha sottolineato in questa sede gli effetti pesanti sul settore provocati dalla pandemia: “La cosiddetta seconda ondata determina un ulteriore danno per la stagione invernale 2020/2021 e si ripercuoterà sulla prossima campagna vendita per l’Autunno-Inverno 2021/2022, stiamo quindi parlando di 4 stagioni, che significano due anni di investimenti senza ritorno, con un calo di fatturato del 2020 che si stima dal 35% al 60%, un’ulteriore previsione sulla stagione Primavera-Estate 2021 in flessione dal 50% al 70%”.
Al Ministero degli esteri così come a Ice Agenzia CNA Federmoda chiede dunque "un impegno straordinario per promuovere il Made in Italy nel mondo. Per far questo dobbiamo impiegare tutte le risorse a disposizione per l’internazionalizzazione, portando fisicamente le nostre aziende ed i nostri prodotti Moda sui mercati internazionali. È necessario un ulteriore sforzo verso l’esterno per poi portare gli estimatori del Made in Italy qui da noi in Italia a vedere, gustare, vivere il nostro il nostro sistema di vita e la nostra cultura, che sono l’anima della nostra creatività e delle nostre creazioni”.
“Sollecitiamo poi attenzione verso alcune specifiche richieste tra le quali un consistente rifinanziamento, almeno per 1,5 miliardi di euro del fondo rotativo 394 affidato a SIMEST, rifinanziamento da dedicarsi sia alla componente di finanza agevolata che alla quota a fondo perduto affinché nessuno, nel personale sforzo per il rilancio, venga lasciato indietro”.
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