Linea
17 July 2018
Surfer accanito, Bolioli declina la sua passione per l’acqua nella produzione di questa linea: le sue stampe realizzate a mano,inno alla ricchezza della vita marina, sono state trasposte su un tessutodi poliestere 100% riciclato(ricavato dalle bottiglie di plastica recuperate dagli oceani), per una linea di short da mare totalmente sostenibile e, con il tocco di Bolioli, assolutamente distintiva. in esclusiva per Intima Media Group, il pittore spiega come nasce la sua estetica inconfondibile e cosa fa di lui un autentico “guess fan”...
Nato in Uruguay, cresciuto a New York, ma la sua terra di elezione sono le Hawaii: che influenze hanno avuto queste diverse culture ed esperienze sul Suo percorso artistico?
Ogni luogo in cui sono stato ha avuto una profonda influenza non solo sulla mia arte, ma anche su ciò che mi definisce come persona. Per esempio, pur avendo ereditato il talento creativo da mio padre, che purtroppo oggi non c’è più, a Ginevra in terza elementare ho avuto un ottimo insegnante d’arte che mi ha insegnato le tecniche della composizione. I miei viaggi in America Latina hanno dato ai miei lavori un sapore etnico, ma credo che le influenze più significative vengano dagli anni che ho trascorso a New York, con tutto quello che di interessante accadeva lì in quel periodo: Street Art, Pop Art, gli Eighties... un’epoca in cui il colore si esprimeva senza limiti. Alle Hawaii ho scoperto nuove ispirazioni cromatiche e la filosofia dell’aloha, ed è questo oggi a dare unità all’insieme.
Il Suo approccio all’arte figurativa si è tradotto in collaborazioni con aziende di vario tipo, dal surf agonistico ad Absolut Vodka, dal canale musicale VH1 ai fashion brand. Da dove nasce la sua passione per l’arte?
Noi artisti siamo per definizione dei comunicatori: l’arte è il nostro strumento, sicché la mia passione nasce dall’esigenza di esprimere quello che ho dentro e di trasmetterlo agli altri. Ciò si riflette nel mio lavoro, e immagino sia la ragione che ha spinto queste aziende a collaborare con me. Per me, lavorare con i marchi è un modo per far conoscere la mia arte a un pubblico più vasto. Le mie opere rispecchiano la passione per la vita, e credo sia questo l’elemento comune che suscita l’interesse di mercati così diversi.
Le tre parole che meglio descrivono meglio il suo mondo creativo oggi...
Posso usarne cinque? Aloha, felicità, passione, ambiente, colore.
In passato ha collaborato con vari brand moda: cos’ha imparato da quelle esperienze? Secondo Lei, quali caratteristiche del Suo lavoro La rendono la scelta perfetta per un sodalizio con un marchio prestigioso come Guess?
Dalle passate esperienze ho imparato l’onestà verso il pubblico e verso i buyer; loro vengono per primi. Ho sempre sostenuto che attorno a noi ci sono varie vibrazioni ed energie e che il nostro compito è captarle e fissarle sulla tela. Oggi, grazie ai social, è più facile capire cosa interessa alle persone. Penso che l’ambiente stia finalmente diventando un tema di attualità cruciale in tutto il mondo e che nell’aria ci sia la vibrazione del “devo contribuire al cambiamento”. Trovo che Guess l’abbia colta alla perfezione, ed è questo che mi rende l’artista ideale per questo sodalizio.
Il mondo degli atleti presta sempre più spesso elementi “sportivi” all’universo moda, dentro e fuori dall’acqua (per esempio, sempre più capi swimwear si ispirano alle mute da sub, e i tessuti tecnici e gli stili athleisure sono sempre più presenti nel fashion beachwear). Personalmente, ha colto questo cambiamento negli ultimi decenni? Pensa che il trend continuerà?
Sì, l’ho notato, soprattutto nel settore del surf – l’influsso di Nike, per esempio –, ma non sono del tutto d’accordo. Il settore del surf sta perdendo la sua identità; il surf è molto più di uno sport, è uno stile di vita. Un paio di shorts high-tech non mi aiuterà a cavalcare meglio l’onda. Voglio qualcosa che, quando lo indosso, m’identifichi come surfista; non voglio sembrare un ciclista pronto per affrontare il Tour de France su una tavola da surf. Certo, ci sono elementi che hanno contribuito al comfort, soprattutto nell’ambito dei tessuti. Per me, però, lo stile è fondamentale.
Vivendo da tempo alle Hawaii, andrà in spiaggia molto spesso. Che importanza ha il costume da bagno nel suo guardaroba e nel suo stile di vita?
È probabilmente il capo principale del mio guardaroba. Il mio modo di vivere è diverso da quello della maggior parte delle persone; a volte, quando sono concentrato sulla pittura, non esco di casa per giorni, dunque indosso perlopiù abiti da lavoro pieni di macchie di vernice, ma quando si alzano le onde... mi vesto per l’occasione!
Quali codici
distintivi della Sua arte e quali delle Sue grafiche iconiche
ritroveremo nelle stampe che ha creato per la capsule beachwear di
Guess?
Le mie fantasie hawaiane e i miei animali. Anche se nel
modello Mediterranean ho usato delle foglie di fico per creare la
fantasia, perché i fichi sono i miei frutti preferiti di quella regione.
Da artista, com’è stato collaborare con una delle case di moda più famose del mondo?
Emozionante.
Per me, questa collaborazione è ancora più elettrizzante di qualunque
altra mi sia stata proposta in passato. È una ricompensa per molti anni
di duro lavoro.
Come vede l’interazione tra arte e moda? Sono due facce della stessa medaglia?
Sì, l’arte è comunicazione, e anche la moda. Nascono entrambe da un processo creativo, perciò vanno di pari passo.
Se dovesse sceglierne uno, qual è il capo della capsule Guess che meglio esprime la Sua filosofia di vita e il Suo modo di fare arte?
Il modello Mar Rosso. Credo sia il più potente, e i malolo – o pesci volanti – sono i miei preferiti. Anche se vivono nell’acqua, cercano di volare, un po’ come me.
Questa collezione è fatta con un tessuto innovativo a base di materiali riciclati, in linea con l’impegno di Guess per la sostenibilità e la tutela dell’ambiente. Come persona e come artista, in che modo cerca di avere un impatto positivo sul futuro del pianeta?
È proprio questo il motivo principale della nostra collaborazione. Credo fermamente che ognuno di noi debba fare tutto il possibile per proteggere l’ambiente. Cerco di sensibilizzare il pubblico con i miei dipinti dedicati agli oceani; credo che con i colori e le forme si possa lanciare un messaggio attrattivo e convincente ma, quando le persone leggono di cosa “parla” il dipinto, diventano un po’ più consapevoli di ciò che accade. D’altra parte, collaboro con varie organizzazioni ambientaliste e ho l’abitudine di raccogliere almeno tre oggetti di plastica dalla spiaggia prima di fare surf e dopo essere uscito dall’acqua.
Possiamo chiederLe che costume indosserà per la Sua prossima uscita sulla tavola da surf?
Oggi userò gli stessi di ieri ma, non appena metterò le mani sui nuovi boardshorts di Guess, me li infilerò subito, anche se probabilmente mia moglie vorrà incorniciarli, ha ha!
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