Linea Intima Edit
07 novembre 2019
Dalla musica alle scarpe, dall’abbigliamento alla profumeria: nonostante il boom dell’e-commerce, gli italiani non rinunciano al punto vendita fisico, purché sia a portata di smartphone: lo conferma l’Osservatorio Non Food di GS1 Italy, che fotografa come i retailer stiano ridefinendo le loro strategie in chiave omnicanale.
L’OSSERVATORIO
L’associazione GS1 Italy riunisce 35 mila imprese di beni di consumo, offrendo soluzioni concrete per favorire la visibilità e l’efficienza della catena del valore: il più conosciuto è il codice a barre, usato in Italia e in oltre 150 paesi al mondo, che permette lo scambio di informazioni tra Industria e Distribuzione con chiarezza, semplicità e senza errori. L’Osservatorio Non Food di GS1 Italy raccoglie informazioni su 13 comparti: abbigliamento e calzature, elettronica di consumo, mobili e arredamento, bricolage, articoli per lo sport, prodotti di profumeria, casalinghi, automedicazione, edutainment, prodotti di ottica, tessile casa, cancelleria, giocattoli. Aggiornato annualmente coinvolgendo partner riconosciuti come TradeLab e Gfk per l’elaborazione dei risultati finali, che si basano sui dati rilevati dalle più note e affidabili fonti informative (Istat, Iri, Sita Nielsen, GfK), per l’edizione 2019 l’Osservatorio presenta una fotografia dei nuovi comportamenti d’acquisto legati all’avvento di internet, fornendo approfondimenti sull’utilizzo dei social network e, per la prima volta da quest’anno, anche sul ruolo dell’omnichannel nel mondo non alimentare.
I MACRO TREND…
Dopo
il primo importante sviluppo nell’ambito dei servizi – turismo,
trasporti, assicurazioni - lo shopping online ha preso rapidamente piede
anche nell’ambito dei prodotti, a partire da quelli non food.
E se prima gli acquisti si facevano seduti davanti a un PC, oggi le innovazioni tecnologiche e digitali hanno portato lo smartphone ad essere l’interfaccia preferita dai consumatori per i propri acquisti in rete, in qualunque momento della giornata e da qualsiasi luogo. Ma senza rinunciare al piacere e alla comodità di vedere, acquistare e cambiare gli articoli scelti nel punto vendita più vicino a casa. Ruolo che è visibilmente cresciuto di pari passo con l’utilizzo dello smartphone che ha dato alle aziende l’opportunità di integrare brand experience e costumer journey. Il risultato? Retailer e produttori brick & mortar costruiscono un’offerta virtuale, mentre i “nuovi” pure click costruiscono punti vendita fisici. E indipendentemente dalla categoria merceologica interessata.
… E L'EVOLUZIONE DEI COMPARTI IN ITALIA
Secondo le stime dell’Osservatorio Non Food, alla fine del 2018 è l’edutainment il comparto che presenta la maggior quota di mercato sul canale online (42,4%
di quota a valore veicolata da Internet), dove ormai vanta una
leadership indiscussa, forte anche di una sostanziosa crescita di +7,4%
rispetto l’anno precedente.
Nel caso dell’edutainment gli acquisti avvengono sia con l’e-commerce, sia con varie applicazioni digitali - a partire dallo streaming, sempre più diffuso soprattutto nel mondo della musica. Più variegato invece il comparto dell’elettronica di consumo, per cui mediamente il canale online veicola il 10,4% di quota (+1,2% rispetto al 2017), ma con differenze sostanziali tra i vari settori. Fotografia (20,3%) e piccoli elettrodomestici (18,3%) rappresentano i segmenti più performanti, ma nel complesso, comunque, il processo di incremento è evidente, grazie anche a politiche di omnicanalità che le grandi superfici specializzate (GSS) del settore stanno mettendo in atto per contrastare la concorrenza aggressiva dei pure player del web.
A questi due comparti più tecnologici seguono quelli di articoli per lo sport (10,3%), tessile casa (9,9%) e abbigliamento e calzature (7,8%), in cui il peso del web risulta sempre più significativo, non solo per reperire informazioni, ma anche e soprattutto per fare acquisti, sfruttando al massimo le politiche di comunicazione dei brand.
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