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Business

Parah, la nuova sfida globale

27 giugno 2017

Con la nomina di Massimo Leonardo ad Amministratore Delegato l’azienda di Gallarate vive una nuova fase di sviluppo. L’abbiamo incontrato per scoprire strategie e scenari del marchio

Nel mondo del lusso e della lingerie, Massimo Leonardo ha ricoperto ruoli gestionali di spicco in Italia, Francia, Spagna, Usa e Medio Oriente. Da marzo 2017 è entrato in Parah con una mission: dare un assetto manageriale a un’impresa famigliare oggi proiettata su scenari globali, sviluppando i brand sui mercati esteri e consolidando la presenza in quelli già acquisiti. Prodotto, immagine, distribuzione al centro del new deal: Massimo Leonardo ci presenta la nuova Parah.

Nell’ottica della Sua esperienza internazionale, quale ritiene sia oggi la marcia in più delle aziende italiane?
L’eccellenza produttiva è, da sempre, la forza delle aziende italiane: un’eccellenza racchiusa nell’expertise tecnico, nel talento creativo e nello spirito imprenditoriale di strutture famigliari fortemente radicate sul territorio. Nella prima fase del cambiamento intrapreso nel 2015, Parah ha capitalizzato su questo suo heritage storico declinandolo con una brand identity chiara e riconoscibile. La sfida è oggi trasmettere quest’immagine in modo coerente anche sui mercati internazionali.

Come vede Parah oggi?
Dopo essersi data una direzione creativa forte, in una nicchia precisa, oggi Parah riparte con slancio in termini sia progettuali che operativi. Non ultimo, per il marchio, l’identificazione con due poli apparentemente opposti – la sede storica di Gallarate, cuore produttivo e artigianale, e lo showroom di Milano, fucina di design e creatività, è una leva competitiva e di marketing da sfruttare.

Obiettivi di crescita?

In un’ottica di sviluppo globale, proporzioni realistiche di taglia si attestano entro i 70-80 milioni di fatturato. Questo, per noi, l’obiettivo a lungo termine. Sul breve periodo, nel giro di 18 mesi, il target è aumentare il fatturato estero del 50%.

Come sono stati riorganizzati i team aziendali?
La famiglia fondatrice nella persona di Gianluca Piazzalunga detterà le linee guida di immagine e comunicazione. Coadiuvato da Andrea Rienzo per l’Export e da Claudio Racca in Italia, io coordinerò lo sviluppo internazionale e, in tandem con la Direttrice Creativa Margherita Mazzei, l’area prodotto e merchandising.

Quali sviluppi sono previsti sul prodotto?

La consumatrice oggi la si conquista sul reggiseno. Benchè nel mare sia Parah che Parah Impronte abbiano un loro posizionamento che verrà capitalizzato, gli ambiti strategici per noi oggi sono la corsetteria, dove l’obiettivo è trasferire un’immagine forte e moderna, e la notte, dove riscontriamo una crescente domanda in mercati come USA e Middle East. Altro asset fondamentale l’uomo, che già sul mare ci sta dando ottimi risultati (+15% di fatturato) e dove vediamo interessanti opportunità di sviluppo nel multimarca.

Come si tradurranno in collezione questi nuovi input?

Lingerie e nightwear saranno il fulcro della strategia invernale, ma già dalla P/E 18 la ricerca in chiave di fit e modellistiche va verso una corsetteria più leggera per strutture, materie e pesi, coniugando vestibilità studiate con costruzioni di design e mix di materiali inediti e d’impatto. Per l’uomo, dall’inverno svilupperemo anche un’offerta intimo e notte ed è allo studio una capsule di prima linea trasversale under/night/beachwear per i top customer internazionali e i concept store di tendenza.

Quali saranno i cardini della strategia internazionale?

L’obiettivo è allargare il nostro panorama retail, diretto e non, puntando su un nuovo concetto di boutique emozionale di fascia alta dove proporre il perfetto mix di prodotto e ambiente. Partendo dal consolidamento dal mercato domestico con le sue specificità, all’estero il focus sarà su retail e department store, prioritari per rafforzare l’immagine e il posizionamento del brand, per poi sviluppare di pari passo il wholesale. Tra gli obiettivi target oggi il Middle East, con un’imminente apertura a Dubai; la Cina, mercato molto dinamico dove vanno definendosi nuovi stili d’acquisto nella gamma alta; e la Russia, avamposto di spicco sull’Europa dell’Est. Consolideremo la presenza in Scandinavia, Svizzera e Spagna, dove siamo con successo al Corte Inglès, e puntiamo a un’ulteriore espansione in Francia.

E in Italia?

Nel pieno rispetto del core business del dettaglio, che valorizzeremo con strategie e sinergie mirate, anche in Italia sono previste nuove aperture monomarca, da sviluppare da un lato con vetrine d’immagine, dall’altro – non lo escludiamo – in chiave di nuova partnership con i clienti multimarca. In quest’ottica anche il progetto corner shop evolverà nella formula per adattarsi alle realtà di vari punti vendita.

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