Linea Intima Edit
09 maggio 2018
C’è una sempre maggiore richiesta di prodotti tecnici, di reggiseni capaci di offrire un buon fitting e sostenere senza costringere, capaci di cambiare la qualità della vita delle consumatrici. Scopriamo cosa succede.
I prodotti capaci di soddisfare la
consumatrice in termini di sostegno
e vero fitting diventano un must per i negozi più attenti.
C’è una crescente richiesta di offerta tecnica, ma anche di una
profonda conoscenza del reggiseno e della sua vestibilità. Il
fenomeno è dovuto a cause convergenti: evoluzione della
morfologia femminile, più sport, multietnicità e non ultimi una
nuova percezione delle consumatrici per i cambiamenti
legati all’età. La corsetteria con coppe
importanti (D e oltre) è un segmento
in crescita ed i negozi trovano
una nuova opportunità di
business.
Anche se le cose stanno cambiando, perché il segmento è altamente redditivo per i negozi, in Italia, in molti punti vendita, le misure dei reggiseni in passato erano – e, per molti, ancora sono – più o meno standard: prima, seconda, terza e così via… Per anni il nostro è stato, in Europa, uno dei mercati meno maturi in tema di fitting: reggiseno perfetto, giusta taglia, coppe differenziate… Concetti in passato del tutto oscuri in Italia, ahinoi, anche per molti rivenditori…
Questo fenomeno deriva da due elementi
convergenti: il primo, negli anni ‘70 molte mercerie
sono evolute in negozi di intimo e hanno fatto della
moda il loro elemento distintivo rispetto agli specialisti
che erano allora punti vendita con una estrazione
“bustaia”. Con una proposta più fashion vicina ai temi
dell’abbigliamento, molti negozi hanno proposto per
anni capi, di marchi anche prestigiosi, con un forte
contenuto moda ma una gamma taglie e profondità
limitate.
Il buon fitting nel caso era il risultato, e solo in alcuni
negozi di estrazione più specialistica, degli
aggiustamenti delle bustaie più esperte su
prodotti modali non tecnicamente
strutturati.
Il secondo: vent’anni fa tutto è
cambiato, sono arrivate le catene.
Le catene negli anni hanno
guadagnato posizione sul mercato e,
con il loro business model verticale,
hanno dato alla consumatrice un nuovo
corso. Le hanno insegnato che è
possibile avere prodotti sempre nuovi e
freschi, molto modali, a un prezzo iper
competitivo.
Le consumatrici, così, per una
educazione all’acquisto proposta dagli
stessi negozi di intimo, per anni
prevalentemente solo modale, hanno
spostato in modo quasi naturale le loro
“attenzioni” verso questi nuovi punti vendita
catene, attratte dal loro nuovo mix di novità,
colore, moda, prezzo e, anche, ambiente
negozio e vetrine più appealing grazie a
merchandising e layout ben studiati. E tutti
sappiamo il risultato che le catene hanno
avuto negli ultimi vent’anni e quale sia la
loro posizione sul mercato oggi.
La conseguenza è stata che molti negozi multimarca
prevalentemente “fashion oriented” si sono trovati
nella situazione di dover rivedere il loro
posizionamento; quando in termini di offerta moda
con una proposta più ragionata, specifica e di ricerca;
quando in termini di offerta tecnica – attività più
difficile per le catene dove il personale non sempre è
idealmente qualificato – con una offerta di prodotti di
sostegno e con importanti valori nel fitting, sempre nel
contesto di una qualità certa.
RACCONTIAMO UNA STORIA…
Il reggiseno lo voglio provare da sola, nessuno in
camerino, mi imbarazza, vedo io se mi sta bene!
Poi un giorno… ho preso un reggiseno della mia
solita taglia, quella che ero convinta di avere, ma
non mi andava bene e, per non rivestirmi, ho
chiesto alla commessa di portarmene uno più
grande. Alla richiesta non ho potuto impedire
però che entrasse in camerino per controllarmi
la taglia; è ripartita dicendo che mi portava la
misura giusta e… quando è tornata mi ha dato
una misura che non avrei mai scelto,
insistendo che la provassi… e sorpresa,
…mi andava benissimo… ho scoperto
di essere di una taglia
completamente diversa!
Insomma ho sempre
creduto di avere la tal
taglia, ma la commessa mi
ha dimostrato tutt’altro! Mi
ha detto ”Ma no! Lei hai il seno
molto più grande, porta la… Ero
esterrefatta. Io non avrei mai chiesto un
reggiseno così, e invece confesso che
con questa taglia e coppa il reggiseno
ora mi sta benissimo e le mie “tette”
non sono mai state così comode!
Prima i reggiseni mi tiravano
sempre un po’, mi facevano anche
stare curva a causa del peso non
indifferente. Ora è tutta un’altra storia…
A quante delle vostre clienti questo racconto può
“fittare”? Quante volte avete sentito raccontare
storie simili? Probabilmente tante, perché la verità è
che ancora oggi moltissime consumatrici non sanno
che reggiseno devono indossare. E questa è una
grandissima opportunità di business per i negozi
multimarca indipendenti.
LA PIÙ PARTE DELLE RAGAZZE E DELLE DONNE NON SANNO INDOSSARE E SCEGLIERE UN REGGISENO
Anni di proposte prettamente modali da parte dei
negozi indipendenti, e la crescita delle catene con
offerte moda a piccoli prezzi, hanno determinato
l’incapacità per la maggior parte delle consumatrici
italiane di saper scegliere il reggiseno veramente più
adatto alla loro fisicità. Siccome le competenze
specifiche sul prodotto sono quasi introvabili per la
consumatrice nei punti vendita della distribuzione
verticale, i prodotti “+” si presentano come un
segmento promettente per il dettaglio multimarca,
specialmente per i negozi che vogliono fare della
specializzazione un elemento di forza e di distinzione.
Per una cliente D+, spesso giovane (o giovanissima…)
e a ogni età sempre più consapevole del proprio corpo
e aggiornata sui nuovi trend, trovare il reggiseno
giusto non è facile; e le opportunità di business per i
multimarca indipendenti si moltiplicano se si considera
che la consumatrice avrà analoghe esigenze di
vestibilità da soddisfare anche nel beachwear…
E’ una questione di “educazione all’acquisto”, se si
vuole, anche doppiamente importante come
opportunità di business considerando che questo
discorso non cambia anche per chi ha esigenze
opposte alle taglie “+”: perché anche trovare il
reggiseno giusto per chi ha taglie piccole ha la stessa
importanza! Tra push-up e cuscinetti vari, o
reggiseni senza “aiuti”, oggi l’offerta è vasta anche
per queste clienti.
Ma oggi ci concentriamo sulle taglie “+”.
PER INQUADRARE L’ARGOMENTO
PARTIAMO DALLA BASE…
Seno grande non significa cliente sovrappeso… Ci
sono seni grandi su donne magre, e viceversa; come
anche non è più una questione di età: ci
sono ormai ragazze molto giovani con seni
importanti che definiscono nuovi gruppi di
consumatrici molto attente anche all’aspetto
moda per esempio. Inoltre nell’arco della vita
il corpo della donna subisce almeno 7
cambiamenti, di taglia ma anche di
morfologia e tonicità. E il reggiseno deve
accompagnarlo in questa evoluzione.
Insomma quando si parla di corsetteria, per chi non
ha misure “standard” la questione si fa complessa.
“Grandi taglie” e “coppe profonde” sono concetti
non necessariamente legati tra loro e trasversali a
fisicità diversissime, ben oltre le definizioni
“curvy”/“plus size”: perché “seno grande” non
significa per forza “taglia grande”, o curve morbide…
Al di là di tutte le possibili combinazioni tra giro
torace (che determina la taglia) e giroseno (che
determina la coppa), un reggiseno deve vestire
molteplici fisicità e l’evoluzione delle morfologie
impone un ripensamento totale delle proposte del
negozio.
DA TRENT’ANNI FA AD OGGI,
ALCUNI DATI
La misura media del reggiseno in Europa è
cambiata dal 1990 al 2000 da una 2° coppa B ad una
3/4° (a seconda dei paesi) coppa C; trent’anni fa una
coppa E era inusuale, oggi coppe G, H e J non sono
più sconosciute (anzi…). Cambiamenti radicali
nell’alimentazione e la diffusione della pillola sono tra
gli elementi indicati come all’origine dell’evoluzione.
Altro dato da considerare: le utilizzatrici dei reggiseni
sono sempre più giovani. Al di là della 2°
coppa B di oggi diffusa tra le più giovani… Trent’anni
fa le dodici/tredicenni vestivano reggiseni da
teenager, oggi in sempre più paesi acquistano
reggiseni già a nove anni. Per contro, le statistiche
riportano un alto numero di separazioni, divorzi e
nuove nozze, che determinano maggiore attenzione
per una lingerie più attraente anche ad età (e taglie)
diverse. Queste evoluzioni offrono al dettagliante di
intimo spazi illimitati da presidiare perché
riguardano una grossa fetta della popolazione
femminile anche in Italia.
“Curvy”, “plus”, formosa, generosa… Aggettivi un tempo tabù sono ormai attuali. Dalle pubblicità al web i canoni di bellezza sono sempre meno legati alla taglia e anche top model e celeb formose suggeriscono nuovi standard di stile.
In Italia, il fenomeno dà voce a una vasta fetta di clienti evolute e hispender, informate sui nuovi trend, emancipate ed orgogliose delle proprie forme che rivendicano le stesse opportunità moda: capi attuali, look giovane e buon rapporto qualità/prezzo, ma con fit studiati per fisicità diverse.
LA RIVINCITA DELLE CURVE
Ma c’è di più: se il potenziale in chiave di “fashion
business” pare ormai assodato, in Italia il trend va
sdoganandosi sempre più anche in termini di
visibilità e d’immagine, ritagliandosi nuovi spazi
all’interno del “fashion system”. In questi primi mesi
del 2018, il mondo curvy è stato infatti al centro di
una nuova comunicazione che, con eventi e iniziative
speciali organizzate nei luoghi e nei momenti “clou”
della moda a Milano, ha puntato i riflettori sui più
diversi standard di bellezza, “a tutto tondo” (e non
solo...).
A gennaio il calendario Beautifulcurvy di
Barbara Christmann, che da 6 anni celebra una
visione della bellezza a 360 gradi, è stato
protagonista di una mostra fotografica, occasione
d’incontro e di confronto sui temi legati al mondo
curvy, e a seguire di eventi moda in location di
tendenza in città. Che dire poi della
#BodyPositiveCatwalk, il flash mob organizzato
nel cuore della Fashion Week dalla modella curvy e influencer Laura Brioschi, che
in piazza del Duomo ha messo in scena la femminilità
in diverse taglie, anime e sfaccettature? Self
confidence, empowerment, lifestyle: al di là del
messaggio sociale e culturale sotteso ai singoli
progetti, amplificato dall’incredibile cassa di
risonanza dei social il successo di queste iniziative
pone l’accento su quella che è ormai un’evidenza: il
curvy è “di moda”! Per saperne di più leggete le interviste correlate...
IL REGGISENO PERFETTO
Al reggiseno perfetto una donna, se non adeguatamente consigliata, ci arriva per tentativi che possono durare anni. E appena lo trova, già c’è il pericolo che debba cominciare tutto da capo: variazioni di peso, sbalzi ormonali, contraccezione, una diversa attività fisica, gravidanze e allattamento possono incidere notevolmente sulla forma del seno. Il concetto è molto semplice: la misura del reggiseno non rimane la stessa per tutta la vita. Ma molte consumatrici non riconoscono questa evidenza e continuano ad indossare reggiseni che non solo sformano il loro seno, ma non lo sostengono in maniera adeguata. Sembrerebbe addirittura che mediamente 7 donne su 10 indossino il reggiseno sbagliato.
Ma chi è, oggi, la cliente target per il negozio specializzato nelle grandi taglie/coppe profonde? Che rapporto ha col suo corpo e la sua immagine? Quali aspettative di stile, prodotto, servizio? Se il target D+ è trasversale all’età, l’evoluzione morfologica interessa soprattutto le nuove generazioni. La nuova cliente D+ è spesso giovane o addirittura teenager, fisico snello e décolleté importante: di qui un aumento delle vendite di coppe E, F e G, con differenze tra torace e giroseno sempre maggiori. Se le consumatrici D+ giovani cercano capi che valorizzino l’outfit, diano sicurezza e libertà nei movimenti e stabilizzino, insomma un capo funzionale, spesso l’offerta per la loro età è limitata e il prezzo di un acquisto multiplo sfora il budget. Le clienti più “spender” nel segmento sono infatti le over 35: hispender, fedeli, meno volubili.
UNA CLIENTE DA FORMARE
E FIDELIZZARE
Ciò che accomuna queste consumatrici è il sempre
più evidente – ed accettato – desiderio di essere
seguite in camerino per acquistare il capo della misura
perfetta. Fenomeno confermato da molti negozi
specialisti, è un elemento differenziante e qualificante
rispetto ad altri attori della distribuzione. Spinta
cruciale al cambiamento, in questi anni, il “buzz” nato
in Italia attorno al bra fitting: grande sconosciuto fino
a qualche anno fa, con il lancio di concept distributivi,
campagne di comunicazione ed eventi in store
dedicati e con la nascita di community, gruppi social
fino a progetti di vere e proprie “reti d’impresa”, è oggi
più che mai al centro dell’attualità dei negozi,
arrivando a valle fino alle consumatrici.
Il bra fitting (vestibilità del reggiseno)
è l’insieme delle competenze e delle tecniche per
individuare il modello perfetto, della taglia e coppa
giusta, e che si adatta senza difetti all’unicità
morfologica di ogni donna: un know-how che da
sempre costituisce il fondamento della vendita
specializzata dell’intimo. Certo è che, quando si tratta
di reggiseni, ci sono poche costanti e molte variabili,
approcci diversi e disparità fra le tecniche di
misurazione, con metodi spesso contrastanti. Meglio
prendere le misure o provare il capo? Concentrarsi
sulla taglia o sulla vestibilità? Per individuare la coppa
è sufficiente calcolare la differenza in cm fra giro seno
e giro torace? Taglie italiane, francesi, anglosassoni,
europee… come orientarsi? E per i singoli marchi?
La complessità delle variabili in gioco e la necessità
di stabilire un approccio più rigoroso e univoco ha
fatto sì che a livello internazionale il bra fitting negli
anni diventasse una “professione”. Oggi il termine “bra
fitter” indica una figura di consulente/esperta del
reggiseno e delle tecniche di vestibilità che – al
servizio di marchi e retailer o nel proprio
negozio/showroom – fornisce alla consumatrice
consigli e assistenza personalizzata nella ricerca
dell’intimo “su misura”.
Se quanto sopra può far sorridere se si pensa che per un dettagliante specialista questo è il cuore del servizio quotidiano, la nuova connotazione per la consumatrice è un elemento determinante nell “appealing” dei negozi indipendenti. Veicolata in chiave di “personal shopping” del reggiseno, la comunicazione sul tema contribuisce a creare interesse su un servizio prima sconosciuto ai più.
Al di là degli specialisti per i neofiti delle coppe
differenziate serve una formazione specifica, oggi
proposta dalle “bra coach” (o “fit specialist”), figura
dagli skill tecnici e motivazionali che, in autonomia o
in collaborazione con le aziende, tiene workshop,
seminari e corsi di formazione per i retailer e i
professionisti della lingerie.
Via il suo Gruppo internazionale di stampa, Linea
Intima è in contatto con le figure più accreditate in
USA ed Europa, i cui programmi sono seguiti anche
in Italia dai negozi più “smart”: da Ali Cudby, bra
coach numero 1 in America con la sua FabFit
Academy, alla britannica Lindsey Brown con il suo
famoso Bra Fitting Course, negli anni le “guru”
internazionali del fitting sono state più volte ospiti
sulle nostre pagine in qualità di “Bra Expert”, per
illustrare il loro metodo e offrire ai lettori consigli
preziosi.
Quest’anno abbiamo dato la parola a
Katarzyna Salata, la famosa bra coach polacca
sempre più “followed” anche in Italia… Scoprite il
suo contributo nell'articolo correlato!
EMERGE DAI NOSTRI DOSSIER CHE…
…Il ruolo del segmento è riconfermato, come già
due anni fa, anche nell’ultima inchiesta
internazionale di Intima Media Group sulle migliori
vendite 2017 (Best Sellers: marchi e prodotti –
Linea Intima gennaio 2018).
600 dettaglianti multimarca premium sono stati
intervistati dalle nostre redazioni in 10 paesi per
monitorare le performance delle varie categorie
merceologiche con focus su segmenti specifici. Le
coppe profonde registrano per chi le tratta un trend
positivo, quando non significativi aumenti; si
definiscono come l’area prodotti più performante
nell’evoluzione della corsetteria in Europa e
Nordamerica. Su questo segmento tutti i negozi
sono concordi: la richiesta è forte e in crescita negli
ultimi anni, in particolare su coppe più grandi.
QUESTO ANCHE IN ITALIA…
… paese in cui, culturalmente, il concetto di
“coppe differenziate” per anni è stato tabù per molti
dettaglianti. Qui, sempre più negozi fashion
integrano il segmento e decidono di specializzarsi
mentre gli specialisti storici potenziano l’offerta D+,
la dinamizzano in chiave moda e aumentano
l’estensione taglie/coppe. La maggioranza dei
multimarca interpellati nell’inchiesta 2017 – il cui
panel per l’Italia ha contemplato una selezione di
negozi top trasversale alle categorie del concorso
Stelle dell’Intimo tra tecnicità e moda – indica le
coppe profonde tra i prodotti di punta per il futuro.
Il segmento è interessante anche per i department
store: sia La Rinascente che Coin lo citano infatti tra
i segmenti dinamici nei loro reparti lingerie ed il
trend è confermato dai marchi top del segmento.
Chi su quest’offerta incentra da sempre il suo
business ne segnala la redditività sempre più
trainata da prodotti di gamma prezzo medio-alta e
alta, sia nella corsetteria che nel mare.
Alla luce di questi risultati, Linea Intima è voluta andare più a fondo, e per questo dossier ha interpellato una selezione mirata di dettaglianti che per la corsetteria fanno del segmento plus size & big cups il fulcro della propria offerta e del bra fitting una leva di successo. Dai super specialisti del reggiseno e delle taglie calibrate alle nuove boutique generaliste che, all’interno di una vasta offerta multi merceologica, per la corsetteria si specializzano nelle coppe differenziate con marchi, prodotti e servizi dedicati: 50 negozi stellati da Nord a Sud ci hanno dato il loro contributo per mettere a fuoco l’evoluzione del segmento in Italia.
SCOPRITE I RISULTATI DEL SONDAGGIO "PLUS SIZE & BIG CUPS" SUL NUMERO DI APRILE 2018 DI LINEA INTIMA, A PARTIRE DA PAG. 100
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