Linea
11 January 2017
Photos of the Exhibition: Installation 'Undressed: A Brief Histroy of Underwear'- ©Victoria & Albert Museum, London
A Londra, il famoso Victoria and Albert Museum traccia tre secoli dell’intimo. Sponsorizzata dal marchio di lingerie di lusso Agent Provocateur e dal gigante della cosmetica Revlon, la mostra "Undressed: a Brief History of Underwear" ripercorre la storia della lingerie dal 18° secolo fino ai giorni nostri, esplorandone uno dopo l’altro l’aspetto pratico e personale, sensoriale e moda, ma soprattutto le sue due principali funzioni: proteggere e abbellire il corpo.
In mostra oltre 200 modelli, sia maschili che femminili, con focus su temi chiave, quali l’innovazione e il lusso, ma anche la creazione su misura, con un raro esempio di corsetto artigianale con stecche di balena indossato da una lavoratrice in Inghilterra nel 18° secolo, e presentando capi realizzati da designer quali Stella McCartney, La Perla, Rigby & Peller e Paul Smith. Linea Intima vi presenta nelle prossime pagine un estratto per immagini di questa fantastica retrospettiva, ma se vi venisse voglia di volare a Londra per godervi con i vostri occhi tutta la ricchezza di questi modelli…ricordate che avete tempo fino al 12 Marzo 2017!
Il lato intimo di capi rari e inediti
La mostra Undressed esplora il rapporto tra lingerie e moda, indaga gli ideali di corpo perfetto, e mostra come il taglio, il fit, i tessuti e le nobilitazioni sollevino questioni di genere, sesso o morale. Undressed considera la salute e l'igiene, affrontando i temi della progettazione e del progresso tecnico al centro dell’evoluzione dell’intimo. Corsetti, crinoline, boxer, short, reggiseni, calze, calzini e collant, intimo e loungewear completi di fotografie, pubblicità, figurini display e vari packaging… Tra i capi più rari e imperdibili di questa mostra, si distinguono in particolare le culotte di cotone indossate dalla madre della regina Vittoria, uno stringivita maschile del 1842 indossata dal proprietario il giorno del suo matrimonio, un body collant anni '60 di Mary Quant, slip unisex firmati Acne, un abito trasparente Liza Bruce reso celebre da Kate Moss, per non parlare degli audaci leggings color carne ornati da un foglio di vetro progettati dall'eccentrica Vivienne Westwood.
Il corsetto
Impossibile raccontare la storia della lingerie senza parlare del corsetto: ecco perchè Undressed mette in primo piano questo capo così controverso, la cui sfida consisteva nello svolgere la propria primaria funzione contenitiva, senza però danneggiare la salute di chi lo indossava. Un corsetto degli anni ’90 dell’800, realizzato in fanoni di balena e cotone e dall’azione estremamente compressiva, con una circonferenza di appena 48 cm, è presentato accanto a radiografie e immagini che mostrano le conseguenze drammatiche sul corpo provocate dal capo. D’altro canto, i corsetti sono stati anche raccomandati in alcuni casi per finalità mediche, per migliorare la postura ad esempio. Troviamo anche una versione «alleggerita» di un corsetto del 1895, realizzato in Aertex, un tessuto in cellulosa di cotone innovativo, un’alternativa meno rigida all’allacciatura stretta. Il visitatore potrà anche ammirare uno dei corsetti più essenziali della storia, realizzato in carta durante la Prima Guerra Mondiale, così come un corsetto per «l’allenamento del girovita», uno strumento snellente a metà tra guaina e bustino, utilizzato da moltissime celebrità, tra cui Kim Kardashian.
Benvenuto reggiseno!
Le tappe dell’evoluzione del reggiseno, che ha permesso alle donne di ritrovare libertà di movimento e agilità, si sviluppano lungo tutto il 20° secolo, mostrando al pubblico veri modelli precursori, come un audace bustino di raso e pizzo del 1910. Reggiseni, guaine/stringivita e altri modelli shapewear illustrano l’importanza e la varietà delle possibili soluzioni «di sostegno», dalle sorprendenti pubblicità della corsetteria in latex degli anni ’30 del marchio Chamaux, fino alle silhouette Spanx successive al 2010, senza dimenticare la guaina in caucciù della Playtex degli anni ’50.
Lingerie di lusso
Vengono proposti ai visitatori anche esempi di capi lingerie da giorno e da notte realizzati in materiali pregiati.
Tra questi, degno di nota un paio di culotte in chiffon di seta degli anni ‘30 con decori di pizzo che rappresenta una scena di caccia, a dimostrazione di come i materiali più preziosi, uniti a un savoir-faire artigianale d’eccezione, contribuiscano a creare una lingerie di lusso.
E, per il piacere degli occhi, in mostra anche giarrettiere, calze e collant, tra cui un paio di calze decorate da ricami floreali indossate dalla regina Alexandra, moglie di re Edoardo VII, calze di nylon Schiaparelli del 1953 o, ancora, magnifiche calze ricamate, presentate all’Exposition Universelle di Parigi del 1900.
Funzione e performance
La retrospettiva non tralascia i capi pratici e funzionali, con accento sulle materie utilizzate. Ecco dunque una camicia di cotone degli anni ’50, esempi di intimo in seta artificiale degli anni ’20 e i maliziosi slip in modal firmati Cheekfrills, con i giorni della settimana ricamati sopra. L’importanza di tecnicità e performance è presentata con una selezione di modelli per la maternità, intimo termico per regolare la temperatura corporea e permettere a chi lo indossa di restare al caldo o al fresco, e articoli sportivi che combinano sostegno e comfort. Tra i pezzi di punta, la mostra presenta un corpetto fatto in casa per una mamma nel periodo di allattamento, risalente agli anni ’20 del 1800, un completo reggiseno e culotte contemporaneo del marchio Hot Milk, uno string da uomo degli anni ’70 del brand Brynje of Norway, un "corsetto da ciclista" del 1900 con la sua confezione originale o, ancora, un reggiseno sportivo degli anni ‘90 firmato Marks and Spencer. L'importanza della vestibilità è sottolineata attraverso installazioni dedicate all'uomo, che mostrano in particolare biancheria intima firmata David Beckham per H&M del 2012 o lo slip "Y-Front" – con una tasca a forma di Y capovolta sulla parte anteriore – degli anni '50. Questi articoli dimostrano quanto le pubblicità di intimo giochino spesso con il fascino dei corpi giovani e sessualmente attraenti.
Trasformare i corpi…
Vengono poi presentati ai visitatori capi progettati per sollevare, separare o accentuare alcune parti del corpo, e concepiti per dare una struttura alle forme in voga. Cerchi rari del 18° secolo sono esposti al fianco di crinoline e tournure. Molti capi sono stati progettati per soddisfare le richieste di clienti che desideravano un intimo più pratico, che non impedisse la libertà di movimento; pensiamo allora all’ingegnosa tournure che si ripiega su se stessa (collapsing bustle), qui esposta con il materiale pubblicitario originale che l’ha resa così popolare e celebre. L’intimo, spesso utilizzato in altri contesti per aumentare il volume di alcune parti del corpo, è un altro tema importante dell’expo, illustrato con vari boxer aussieBum della collezione uomo 2015 il cui particolare design è pensato per valorizzare le parti intime maschili, e un reggiseno push-up degli anni '90. Una serie di immagini ludiche e stereoscopiche allude ai rischi di indossare la crinolina e aggiunge un pizzico di colore e humour alla mostra.
La ricerca del comfort
L’expo si propone anche di rappresentare come intimo e nightwear nel tempo si siano trasformati con nonchalance in loungewear. Infatti le vestaglie sono ormai diventate capi più informali, indicati per i momenti di «svago» casalingo come, ad esempio, prendere il tè o ricevere gli amici. Tra i modelli di punta della mostra spiccano una vestaglia da uomo del 1840, un abito da sera in seta Paul Poiret del 1911, importante precursore delle camicie da notte degli anni '20, un caftano per la casa del 1970, un coordinato chic di The London Fashion House Baroque del 1930, e pigiami ricamati del 1920. Una tuta femminile rosa firmata Juicy Couture del 2004 e un completo t-shirt/pantaloni da uomo appartenente alla collezione Sibling P/E 2013 illustrano perfettamente questa ricerca costante di comfort domestico e dimostrano che il confine tra biancheria intima e abbigliamento outdoor, tra vita pubblica e sfera privata, non sia mai stato così sottile!
Dessous & Dessus
Molti stilisti sono affascinati dalla relazione tra lingerie e outerwear, e tra intimo e corpo. Di certo i capi esposti riflettono le diverse concezioni che gli stilisti hanno di pubblico e privato, di genere, di sesso e di nudità. Per definizione, l’intimo s’indossa sotto gli abiti. Prima del 20° secolo, talvolta però si potevano intravedere le camicie, le sottovesti e le sottogonne indossate dalle donne sotto i vestiti.
All’epoca indicavano infatti lo status e la ricchezza della proprietaria. Oggi, in seguito ai cambiamenti sociali e culturali che hanno rivoluzionato i costumi e la mentalità collettiva, mostrare la lingerie è ormai una pratica comune e ampiamente sdoganata.
La mostra ne dà prova, presentando un mini top e degli slip Calvin Klein indossati con un paio di mini short a vita bassa e un meraviglioso abito musulmano ricamato e trasparente portato con un intimo di pizzo firmato John Galliano per Givenchy Haute Couture (P/E 1996).
Dalla seduzione alla provocazione
I corsetti e la lingerie sono spesso creati con l’idea della seduzione, del gioco, del desiderio, e con l’intento di permettere a chi li indossa di esprimere i propri desideri e fantasie. «Undressed: A Brief History of Underwear» esplora la natura più attraente dell’intimo attraverso diversi capi, dal corsetto di seta color rosa acceso degli anni ’90 dell’800, al pigiama degli anni ’30 con taglio in sbieco, dai capi contemporanei firmati Cadolle, Fifi Chachnil e Agent Provocateur a un sontuoso déshabillé di Carine Gilson, come quello indossato dall’attrice Bérénice Marlohe nel film Skyfall. Tutti questi modelli provano come la scelta dell’intimo da indossare in camera da letto sia, da secoli, un fatto squisitamente personale. Se l’intimo può essere mostrato, è spesso anche concepito con l’intento di trasformare o di provocare. Accanto ai leggings color carne intrisi d’ironia di Vivienne Westwood, troviamo un abito da cocktail in pizzo di Jean-Paul Gaultier (1989), una delicata camicia da notte firmata Elie Saab (P/E 2011), un abito con ampia crinolina appartenente alla collezione Dolce & Gabbana P/E 2013 ispirata alla Sicilia, e l’abito in bianco e nero di Antonio Berardi (P/E 2009) indossato da Gwyneth Paltrow, con il suo corsetto trompe-l’œil che lascia intravedere l’intimo…
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